Notizie su agricoltura - Agrinotizie

AgrinotizieSettembre 25, 2022
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In base ai dati del Registro delle imprese, dal 2017 a oggi «sono nate ogni giorno per mano di giovani fino a 35 anni di età 21 nuove aziende agricole, mentre 5 hanno chiuso i battenti, rendendo il saldo tra iscrizioni e cessazioni in attivo per oltre 6.000 aziende nella media del quinquennio». È il risultato di una ricerca condotta da Ismea-Rrn e presentata al Salone del gusto di Torino nel corso della conferenza “Generazione Terra: valore, cibo e ambiente. Il ruolo dei giovani nella filiera agroalimentare italiana”, sulla base dei dati più aggiornati dal nuovo censimento dell’agricoltura dell’Istat.

L’analisi di Ismea suggerisce che per effetto di queste dinamiche il numero di imprese agricole condotte dalle nuove generazioni «risulta a fine 2021 di 56.172», manifestando una crescita dello 0,4% all’anno negli ultimi cinque anni, mentre nello stesso periodo «il numero complessivo delle aziende agricole si è ridotto al ritmo dello 0,7% all’anno» e quello delle aziende “giovanili” dell’intera economia «addirittura del 2,4%, corrispondente alla scomparsa di oltre 70.000 imprese nel periodo osservato». Ne deriva che l’Italia si conferma essere «tra i paesi che maggiormente contribuiscono all’invecchiamento della popolazione europea», tant’è che nelle aree rurali «il numero dei giovani si è quasi dimezzato negli ultimi 10 anni», ponendo a rischio la tenuta demografica e socio-economica di interi territori con gravi conseguenze anche sotto il profilo ambientale.

Tuttavia, sulla base di questi dati complessivamente poco rassicuranti, lo studio e l’analisi di Ismea sostiene che «più rassicuranti» si dimostrano i dati «sulle imprese a conduzione giovanile in agricoltura, che, seppur di poco, crescono di numero nel quinquennio», in controtendenza rispetto al resto dell’economia e alla progressiva riduzione del numero di aziende agricole nel complesso. Tant’è che «le aziende condotte da giovani presentano un grado maggiore competitività, produttività, propensione all’innovazione e orientamento al mercato». Mediamente i giovani risultano essere “più formati” (49,7% dei capi azienda giovani ha un diploma di scuola superiore e il 19,4% una laurea), “le aziende da loro condotte sono più grandi” (18,3 ettari di Sau per azienda contro 10,7), “più orientate al mercato” e il loro “livello di digitalizzazione è il doppio dell’agricoltura nel complesso”, così come “più elevata risulta la propensione all’innovazione” (il 24,4% dei giovani ha realizzato almeno un investimento innovativo nel triennio 2018-2020, a fronte del 9,7% dei non giovani).

Secondo la ricerca Ismea-Istat sulle imprese a conduzione giovanile, «i giovani sono poi in prima linea anche nel modello di agricoltura multifunzionale», pratica che sta cambiando la percezione del settore primario italiano, spesso con importanti ricadute sull’ambiente e sulla collettività, «come nel caso della produzione di energie rinnovabili o l’agricoltura sociale». Il giovane agricoltore, insomma, «da semplice produttore di derrate alimentari, diventa creatore di servizi e generatore di valore per il territorio rurale», attraverso esempi di successo come gli agriturismi, le attività di trasformazione e vendita diretta dei prodotti, le fattorie didattiche, gli agriasili. L’incidenza dei giovani nelle aziende con attività connesse, sale infatti al 19%, si legge nello studio.

«I giovani che scelgono l’agricoltura sono in gran parte laureati, hanno viaggiato all’estero, usano il web e la tecnologia», ha commentato la presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini, tant’è che «nelle loro imprese, oltre alla coltivazione, sviluppano attività di trasformazione dei prodotti e vendita diretta, fattorie didattiche e agricoltura sociale per l’inserimento di persone svantaggiate. Si tratta di giovani “attenti all’ambiente, impegnati nella lotta alla crisi climatica, credono nei valori di un’agricoltura sostenibile». Anima della transizione ecologica, «sono loro la generazione a cui guardare per declinare le politiche agricole del futuro: con lungimiranza e coraggio», ha proseguito Nappini, in quanto “le generazioni attuali hanno compreso e accolto in prima persona l’urgenza delle crisi climatica, ambientale e sociale che viviamo». Il risultato è che «l’agricoltura per loro e anche per Slow Food è un progetto culturale, una scelta consapevole: significa diventare artefici piuttosto che consumatori di senso», ha concluso la presidente dell’associazione fondata da Carlo Petrini.

AgrinotizieGiugno 20, 2022
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La scarsità di precipitazioni in atto da molti mesi, legata al riscaldamento globale di causa antropica, preoccupa per i danni all’agricoltura. «Credo sia inevitabile dichiarare uno stato di crisi rispetto alla siccità», ha dichiarato il ministro per le politiche agricole Stefano Patuanelli. «Abbiamo intere aree del paese ed europee che non vedono pioggia da mesi».

Secondo Coldiretti, i danni causati dalla siccità ammonterebbero a circa due miliardi di euro: il 28% del territorio nazionale è a rischio desertificazione e «sta affrontando una situazione di grave siccità che riguarda le regioni del sud ma anche quelle del nord, dove la grande sete assedia città e campagne, con autobotti e razionamenti in case, orti e giardini, i fiumi in secca, i laghi svuotati e i campi arsi», afferma l’associazione.

A preoccupare, precisa la Coldiretti, è la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo come il grano, che fa segnare quest’anno un calo del 15% delle rese alla raccolta, ma in «gravissima difficoltà» ci sono anche girasole, mais e cereali, oltre ai pascoli ormai secchi per l’alimentazione animale nonché gli ortaggi e gli alberi da frutto. A cambiare nelle campagne sono state anche le scelte di coltivazione, con un calo stimato di 10mila ettari delle semine di riso, che ha bisogno di troppa acqua.

Preoccupa infine la mancanza del foraggio per l’alimentazione degli animali, dato che l’assenza di precipitazioni ha ridotto le rese, in alcune zone, di circa un terzo. Il caldo delle ultime settimane sta mettendo in sofferenza anche gli animali nelle fattorie, dove le mucche, a causa delle elevate temperature, stanno producendo per lo stress fino al 10% di latte in meno.

AgrinotizieMaggio 2, 2022
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Nonostante la crisi legata al covid-19, la Smart Agriculture continua a crescere. Secondo le stime realizzate dall’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano e dell’Università degli Studi di Brescia, presentate alla fiera Macfrut in programma dal 4 al 6 maggio, il mercato dell’agricoltura 4.0 in Italia passa dai 540 milioni di euro di fatturato del primo semestre del 2020 a 1,6 miliardi nel 2021, ovvero un +196%.

L’incremento è guidato dalla spesa per macchine e attrezzature agricole connesse, pari al 47% del mercato e in aumento del +17%, seguita da quella per sistemi di monitoraggio e controllo applicabili a mezzi e attrezzature agricole post vendita (35%). Tra le soluzioni tecnologiche più utilizzate si trovano i software gestionali per le imprese agricole, seguiti dai sistemi di monitoraggio e controllo delle macchine agricole e la crescente adozione dei sistemi di supporto alle decisioni. La tracciabilità alimentare resta uno dei temi più promettenti, che guida la scelta dei consumatori in un’ottica di trasparenza e sicurezza delle produzioni. La trasformazione digitale è destinata a subire nei prossimi anni una maggiore accelerazione per effetto dell’ulteriore sviluppo delle tecnologie e soprattutto della crescente interconnessione tra di esse.

I dati incoraggianti dell’Osservatorio non devono distogliere però dai limiti incontrati in questi anni dalla diffusione delle tecnologie: è necessario sviluppare la cultura digitale e la fiducia nelle potenzialità delle tecnologie a disposizione, elementi che devono essere costruiti tramite iniziative dimostrative, una formazione capillare e il confronto costante tra sviluppatori ed utenti. Non a caso le tecnologie avanzate di supporto sono una delle quattro componenti fondamentali del sistema Akis (Agricolture Konowledge and Innovation System) che va delineandosi all’interno della nuova Pac, assieme a ricerca e sperimentazione, consulenza/divulgazione e formazione professionale, sottolineando quindi la necessità di integrare tra loro queste componenti.

«Quella che viene presentata in fiera a Macfrut – commenta Alvaro Crociani, direttore di Ri.Nova – è una parte importante delle tecnologie attualmente presenti sul mercato, possibili di essere mostrate in una grande area indoor. Le necessità dimostrative richiedono un’estensione che può avere una sua continuità presso aziende agricole specializzate, dove le tecnologie possono essere esposte lungo tutto l’arco dell’anno; è il caso questo delle Demofarm, interpretate da Ri.Nova come evoluzione delle aziende sperimentali, recentemente implementate a livello di network europei e che dovranno assumere un ruolo sempre più strategico come catalizzatori dell’innovazione, sia dal punto di vista della diffusione che della validazione dell’efficacia, all’interno del sistema Akis».

AgrinotizieAprile 10, 2022
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«Un impatto sulle emissioni di gas serra l’agricoltura ce l’ha, ma possiamo cambiare paradigma e far sì che il suo ruolo diventi attivo». Lo ha detto il ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli rivolgendosi ai ministri europei durante l’ultima riunione del Consiglio Ue. In riferimento alla guerra in Ucraina, ha detto Patuanelli, «pensare di modificare strutturalmente l’approccio al contributo che l’agricoltura può dare in termini di riduzione dell’impatto ambientale sarebbe sbagliato; abbiamo un’emergenza ma non dobbiamo dimenticare il futuro».

I ministri si sono confrontati sul ruolo di agricoltura e foreste nell’obiettivo Ue di neutralità climatica, come proposta dal nuovo regolamento sul tema, noto con l’acronimo Lulucf. Patuanelli ha sottolineato il sostegno dell’Italia a parti essenziali della riforma, come «la necessità di armonizzare il meccanismo di contabilizzazione e certificazione» delle emissioni, «tenere in considerazione gli effetti dei cambiamenti climatici e degli eventi avversi in rapporto agli sforzi» di riduzione delle emissioni «che ogni Stato membro dovrà affrontare» e la proposta di integrare i settori di agricoltura e foreste, oggi separati, in un unico sistema di contabilizzazione delle emissioni, che porterebbe i due settori alla neutralità climatica già nel 2035.

AgrinotizieAprile 4, 2022
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Un’altra misura straordinaria per consentire l’aumento delle produzioni agricole a causa della crisi degli approvvigionamenti dovuto alla guerra Russia-Ucraina. Dopo il via libera dei giorni scorsi alla messa a coltura delle aree Efa e delle superfici a riposo, la Commissione europea ha deliberato una deroga per consentire il mancato rispetto della diversificazione delle colture, che è tra gli obblighi previsti dal greening dell’ultima Pac.

La diversificazione prevede che i terreni a riposo siano una coltura e quindi contribuiscano al rispetto delle due o tre colture previste dal greening, ma Bruxelles ha deciso di derogare a questo obbligo: di conseguenza, i terreni a riposo e le aree Efa sono considerati una coltura distinta e quindi si possono coltivare senza vincoli. Al momento, la deroga vale solo per la domanda Pac 2022.

AgrinotizieMarzo 28, 2022
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L’Unione europea ha dato il via libera sino a dicembre 2022 per la messa a coltura, con l’uso di agrofarmaci e fertilizzanti, sia delle aree Efa (ovvero quelle riservate al greening) sia delle superfici a riposo. La drastica decisione è stata presa come misura straordinaria per far fronte alla carenza di cereali e oleaginose dovuto al conflitto tra Russia e Ucraina, che ha generato una grave crisi delle materie prime.

Come si legge nel decreto di esecuzione emanato lo scorso 23 marzo, «per l’anno di domanda 2022, gli Stati membri possono decidere che i terreni lasciati a riposo siano considerati una coltura distinta anche se tali terreni sono stati utilizzati per il pascolo o la raccolta a fini di produzione o sono stati coltivati». Inoltre, «per l’anno di domanda 2022 gli Stati membri possono decidere che i terreni lasciati a riposo siano considerati aree di interesse ecologico […] anche se tali terreni sono stati utilizzati per il pascolo o la raccolta a fini di produzione o sono stati coltivati».

AgrinotizieMarzo 21, 2022
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Il consiglio dei ministri ha approvato alcune misure straordinarie per sostenere l’agricoltura italiana in risposta alla carenza di materie prime legata al conflitto Russia-Ucraina.

La prima misura riguarda l’acquisto di carburante, che nelle ultime settimane ha subito un’impennata dei prezzi. Per questo, alle imprese agricole e della pesca verrà riconosciuto un credito di imposta pari al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto del carburante agricolo utilizzato nel primo trimestre 2022.

Un altro provvedimento riguarda invece la rinegoziazione dei mutui agrari e garanzia Ismea. In sostanza, le esposizioni in essere concesse dalla banche potranno essere rinegoziate e ristrutturate per un periodo di rimborso di 25 anni. Queste operazioni potranno essere assistite dalla garanzia gratuita fornita da Ismea.

Da parte dell’Unione europea, invece, per la prima volta nella storia si è deciso di utilizzare le riserve “di crisi” della Pac mettendo a disposizione degli Stati membri 500 milioni di euro da destinare alle aziende agricole per far fronte all’aumento dei costi dell’energia e dei mezzi tecnici, a partire dai fertilizzanti. All’Italia spetteranno 50 milioni di euro, che il governo deciderà come ripartire nei prossimi giorni.

AgrinotizieMarzo 7, 2022
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La siccità è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana, con un danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti. Lo afferma la Coldiretti in riferimento all’allarme lanciato dagli scienziati del clima (IPCC) dell’Onu che indicano quattro categorie di rischi chiave dalle ondate di calore ai pericoli per la produzione agricola, dalla scarsità di risorse idriche alla maggiore frequenza e intensità di inondazioni. Un allarme confermato da un inverno pazzo, sottolinea la Coldiretti, con una temperatura superiore di 0,55 gradi rispetto alla media lungo la penisola ma con picchi più alti di tre gradi nel nord-ovest e precipitazioni scarse che hanno prosciugato fiumi e laghi.

Al nord il fiume Po in secca è sceso a -3,07 metri, un livello più basso che a Ferragosto e che è rappresentativo della situazione di sofferenza in cui versano tutti i principali corsi d’acqua al nord. Anomalie, secondo il monitoraggio della Coldiretti, si vedono anche nei grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 10% di quello di Como al 29% del Maggiore. Nella pianura padana le coltivazioni seminate in autunno come orzo, frumento e loietto iniziano ora la fase di accrescimento che rischia di essere compromessa dalla siccità. Ma a preoccupare è anche lo sviluppo dei prati destinati all’alimentazione degli animali, perché se le condizioni di secca dovessero continuare, gli agricoltori saranno costretti a intervenire con gli irrigazioni di soccorso dove sarà possibile. Dall’altra parte, aggiunge la Coldiretti, nei prossimi giorni partiranno le lavorazioni per la semina del mais, ma con i terreni aridi e duri le operazioni potrebbero essere più che problematiche.

All’allarme siccità si aggiunge poi quello del gelo arrivato nei giorni scorsi, con il forte e repentino abbassamento della colonnina di mercurio accompagnato da gelate mattutine e neve al centro sud, dopo il caldo anomalo, che mette a rischio verdure e ortaggi coltivati all’aperto ma anche i prossimi raccolti di frutta. L’arrivo del grande freddo, sottolinea Coldiretti, colpisce le coltivazioni invernali in campo come cavoli, verze, cicorie, e broccoli, che reggono anche temperature di qualche grado sotto lo zero, ma se la colonnina di mercurio scende repentinamente o se le gelate sono troppo lunghe si verificano danni. A preoccupare, continua l’associazione, è anche il balzo dei costi per il riscaldamento delle serre per la coltivazione di ortaggi e fiori che risente dell’impennata della bolletta energetica.


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