Agricoltura 5.0, fitofarmaci distribuiti coi droni per la cura delle piante

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L’esperienza Flowdron lo conferma: maggiore sicurezza per gli operatori, migliore utilizzo delle sostanze, maggiore economicità.

La società Flowdron, insieme al suo partner Sky53, ha recentemente condotto una sperimentazione in Svizzera per conto dell’ente Agroscope sull’erogazione in agricoltura di liquidi e sostanze tramite l’uso dei droni. La sperimentazione ha confermato l’interesse verso queste modalità di trattamento delle colture rispetto ai sistemi tradizionali. «Siamo molto soddisfatti di questa sperimentazione», ha dichiarato Francesco Zaini, presidente di Flowdron. «È nostra intenzione portare in Italia i risultati delle sperimentazioni che stiamo facendo all’estero per presentare queste evidenze nelle sedi istituzionali e all’attenzione del legislatore, così da contribuire ad aggiornare la normativa che da noi ancora non consente l’utilizzo di droni per l’erogazione di fitofarmaci in agricoltura in forma commerciale. Si tratta di un tema di grande rilievo per tutto il settore agricolo, sul quale vogliamo riuscire a sensibilizzare tutti gli stakeholder, dalle aziende alle associazioni agli altri operatori del settore».

L’erogazione di fitofarmaci tramite l’utilizzo di droni non è ancora possibile in forma commerciale nei paesi EU per limiti normativi, ma è ampiamente utilizzata in Svizzera e in altre regioni del mondo, in particolare nel Far East. Nel frattempo, in Italia e in altri paesi europei in questi anni si è svolta un’ampia attività di sperimentazione.

Flowdron, società italiana pioniera della drone economy, oltre a proporre alle aziende servizi realizzati tramite droni legati al controllo delle infrastrutture, la logistica e la sicurezza, ha una forte competenza nel settore agricolo. In particolare, la società fornisce servizi di agricoltura di precisione e di erogazione di liquidi e sostanze tramite l’uso dei droni. I risultati della sperimentazione svolta con Sky53 – società che offre servizi che prevedono l’impiego di droni sia in ambito industriale che agricolo – combinati con dati che arrivano da altre sperimentazioni svolte in Cina, aprono oggi un quadro di grande interesse ed offrono dati importanti che possono contribuire a destare l’interesse del legislatore, al fine di aggiornare la normativa italiana che risulta ancora inadeguata rispetto agli sviluppi di questo settore in rapida evoluzione.

Questo tema ha guadagnato nel recente passato sempre più interesse dato che i droni sono impiegati in attività che, normalmente, vengono eseguite dalle irroratrici, cioè macchine che si muovono a terra tra i filari; oppure, quando ci troviamo in aree montane o collinari, sono operazioni eseguite manualmente da personale che trasporta a spalla i sistemi di erogazione dei prodotti. La recente sperimentazione condotta da Flowdron ha confermato alcuni punti molto interessanti e numerosi vantaggi rispetto alle modalità di distribuzione tradizionali, che possiamo raggruppare in tre ambiti: efficacia ed economicità, ambientali, sicurezza.

Efficacia ed economicità

Un grosso vantaggio dell’utilizzo di droni per la distribuzione di fitofarmaci è rappresentato dalla precisione della distribuzione stessa; grazie ai trattamenti in volo automatico con geo-localizzazione tramite GPS, è possibile distribuire il prodotto con una precisione elevata, garantendo una maggiore efficacia del trattamento. In particolare, il “livello di deriva”, cioè l’ampiezza della nuvola di fitofarmaci, è più piccola rispetto ai mezzi tradizionali; quindi il trattamento oltre ad essere più mirato è anche più economico.

Vantaggi ambientali

L’utilizzo di droni permette di ridurre l’impatto ambientale, in quanto i droni funzionano a corrente elettrica e non contaminano l’ambiente di lavoro con emissioni da combustione di idrocarburi. Non basta: non essendo a contatto col suolo, i droni riducono il rischio di contaminazione da elementi patogeni, che a volte vengono trasportati dalle ruote dei mezzi agricoli che si muovono nella coltura.

Sicurezza

L’uso di “ugelli rotativi” posizionati al di sotto delle eliche del drone consente una distribuzione precisa e mirata del prodotto, riducendo il rischio di impatto sulle aree circostanti. Si riscontra anche una maggiore sicurezza degli operatori e un migliore utilizzo delle sostanze, sia per la precisione del sorvolo sopra i filari che per la minore dimensione delle gocce nabulizzate, che hanno una capacità di raggiungere il target desiderato fino a 3 volte maggiore rispetto ai sistemi tradizionali, con molta meno dispersione di sostanze sia nel terreno che nell’aria. Inoltre, in termini di ettari coperti in un giorno, la resa del drone è leggermente inferiore alle irroratrici, ma è dalle 3 alle 6 volte maggiore rispetto ai trattori. Infine nei terreni scoscesi o di difficile accesso, dove solo l’irrorazione manuale è possibile, il drone risulta dalle 40 alle 50 volte più efficiente. Un dato che fa capire il potenziale di questi nuovi sistemi.

Agrinotizie


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