Proteste in Egitto, sale il prezzo del grano

Le proteste contro la fame nei paesi arabi fanno salire i prezzi del grano. Sembra fantasia, ma è la più incredibile realtà: dopo l’annuncio da parte del governo egiziano, già maggiore acquirente mondiale di grano con dieci tonnellate all’anno, di voler aumentare ulteriormente la propria quota di cereale, i prezzi del frumento sono saliti alle stelle, toccando gli 8,5 dollari per bushel (circa 22 centesimi al chilogrammo). Una quotazione simile a quella record raggiunta la scorsa estate, quando a far salire i prezzi del grano era stato l’allarme incendi e siccità scattato in Russia.
In questi giorni, invece, ci hanno pensato le proteste di piazza di molte popolazioni arabe a provocare l’aumento dei prezzi. In particolar modo è l’Egitto il paese dove la fame è più sofferta, tanto che il governo, viste le violente manifestazioni, ha deciso di annunciare al mondo intero che aumenterà i propri acquisti di grano. Negli ultimi 12 mesi l’aumento del prezzo del frumento è arrivato così a toccare il +30%, anche se questa salita non ha comunque recuperato le grandi perdite avvenute negli anni passati a causa della crisi economica.
Sulle quotazioni della Chicago Board Of Trade (nella foto), punto di riferimento del commercio delle materie prime agricole, rimane comunque l’ombra della speculazione: altri eventi catastrofici, come le inondazioni avvenute negli ultimi mesi in Germania e in Canada, hanno sempre comportato l’aumento del prezzo del grano, seppure i movimenti di Chicago coinvolgerebbero più di quaranta volte la disponibilità mondiale del frumento: questa, almeno, è l’opinione del governo francese, che recentemente ha lanciato una grave accusa al mercato della città americana.