Manovra, Cia: “Su accise tabacco attenzione a filiera agricola”
Interventi non equilibrati in materia di accise potrebbero mettere a rischio la tenuta economica e sociale di tanti territori e della filiera del tabacco, che in agricoltura vale circa 130 milioni di euro su base annua. Lo fa presente la Confederazione Italiana Agricoltori, «sicura che governo e parlamento interverranno su un settore le cui ricadute potrebbero avere conseguenze complicate sulla parte più fragile della filiera, ovvero ancora una volta la componente agricola».
Modifiche sostanziali delle condizioni di tassazione, senza un percorso partecipato con gli attori protagonisti, secondo Cia «potrebbero portare a disimpegni di investimento da parte di importanti multinazionali, con gravi conseguenze su alcune aree del paese in termini economici, sociali, ambientali e di tenuta idrogeologica. Basti pensare che in Italia si produce il 32% del tabacco prodotto in Europa, secondo paese comunitario dopo la Polonia, in un settore che primeggia anche per qualità, sostenibilità ambientale, produttività e resa delle coltivazioni, occupando quarantamila persone».
La filiera, precisa Cia, «resiste grazie a un rapporto tra le organizzazioni economiche degli agricoltori e le multinazionali di settore, attraverso contratti sottoscritti anche sotto l’egida del ministero dell’agricoltura». Cia chiede, quindi, «soluzioni che possano aiutare a trovare un equilibrio per il settore e a fare in modo che gli agricoltori non paghino ancora prezzi pesantissimi. La filiera del tabacco è una filiera “labour intensive”, con una percentuale di ore lavorate non paragonabile a nessun’altra attività agricola. Inoltre, è una filiera con alti costi di produzione, che necessita di investimenti agricoli importanti e da programmare per tempo». Ecco perché, conclude Cia, «non è più rinviabile da parte del ministero un’iniziativa forte nei confronti delle multinazionali, per accordi pluriennali con gli agricoltori».