Bayer compra Monsanto: nasce colosso agribusiness
Dopo quattro mesi di serrate trattative, Bayer ha acquisito Monsanto per l’astronomica cifra di 66 miliardi di dollari, dando vita a un colosso dell’agribusiness.
Lo scorso maggio Bayer aveva annunciato l’intenzione di acquisire Monsanto, ma inizialmente il gruppo americano aveva rifiutato l’offerta di 122 dollari per azione ritenendola "finanziariamente inadeguata". A luglio l’offerta era stata alzata (125 dollari per azione), ma ancora una volta Monsanto ha rifiutato, per poi accettare l’offerta di 127,50 avanzata lo scorso 6 settembre. Le operazioni di acquisizione dovrebbero concludersi entro la fine del 2017.
Sul rischio di monopolio a danno degli agricoltori, le associazioni di categoria promettono di vigilare: "Prendiamo atto della fusione, tra due colossi del settore, che sposterà sicuramente gli equilibri di mercato – dichiara il presidente nazionale della Cia-Agricoltori italiani, Dino Scanavino – Stiamo procedendo con un’attenta e più compiuta analisi del reale impatto che tale operazione avrà sull’agricoltura italiana. Certamente monitoriamo con occhio vigile su quello che più ci interessa: ovvero che non sussistano, in questo accordo, elementi per la creazione di un vero e proprio monopolio di mercato delle sementi, della chimica e dei mezzi tecnici dei quali i produttori necessitano. Chiediamo, nello stesso tempo, strumenti di concentrazione del mondo agricolo e delle politiche europee che rispondano a questi fenomeni agroindustriali".
"L’acquisizione è stato spinta dallo storico flop delle semine Ogm che sono crollate del 18% in Europa nel 2015 e per la prima volta fanno registrare anche un’inversione di tendenza a livello mondiale con 1,8 milioni di ettari coltivati in meno, a conferma della crescente diffidenza nei confronti di una tecnologia che non rispetta le promesse miracolistiche". E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo. "Con l’acquisizione di Monsanto da parte di Bayer nasce un gigante dell’agrochimica che controlla il 24% del mercato dei fitofarmaci e il 29% del mercato dei semi e una consistente presenza nella genetica vegetale per l’agricoltura che genera una posizione di oligopolio aumentando lo squilibrio di potere contrattuale nei confronti degli agricoltori. L’operazione segue da vicino l’acquisizione del gruppo Syngenta da parte di Chemchina (cfr. precedente news) e la fusione tra Dow Chemical e Dupont a conferma dei rischi di un’eccessiva concentrazione di poche multinazionali su mercati come quelli delle sementi che sono strategici per la sovranità alimentare dei singoli Paesi. "E’ evidente – conclude Moncalvo – la necessità per l’Italia di salvaguardare il patrimonio unico di biodiversità di cui dispone con un maggiore impegno nel presidio di un settore determinante per la difesa dell’ambiente ma anche per la competitività del Made in Italy".