Cereali, mercato italiano in deficit
Da un’indagine pubblicata oggi dall’Associazione nazionale cerealisti sui dati import-export del settore cerealicolo, emerge che i movimenti valutari hanno comportato nei primi sette mesi del 2013 un esborso di valuta pari a 3.152,1 milioni di euro (2.567,7 nel 2012) e introiti per 1.826,9 milioni di euro (1.680,6 nel 2012). Pertanto, il saldo valutario netto è pari a -1.325,2 milioni di euro, contro i -887,1 milioni di euro nel 2012.
«Sono dati estremamente allarmanti», ha dichiarato Silvano Dalla Libera, vicepresidente di Futuragra. «Sono il segno inequivocabile, caso mai ce ne fosse bisogno, della crisi senza precedenti che colpisce l’agricoltura italiana e il risultato di decenni di politica miope e oscurantista».
«L’Italia sta diventando terra di conquista dei Paesi europei che hanno libero accesso all’innovazione e che possono coltivare prodotti più sani ed economicamente più validi», ha continuato Dalla Libera. «Un risultato dovuto alle incongruenze di carattere politico volute dai nostri Ministri e da alcune organizzazioni di settore, attente alle produzioni di nicchia a discapito dell’agricoltura sostanziale che dà produttività e di settori come l’agrozootecnia e l’agroindustira. Una scelta che oggi ci porta a perdere competitività, costringendoci ad aumentare il deficit tra import ed export, mentre la nostra produzione è rimasta ferma agli anni Ottanta».