Pomodoro marocchino, le difficoltà continuano

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Gli agricoltori italiani sono preoccupati per le conseguenze dell\'accordo Ue-Marocco

I produttori ortofrutticoli europei, italiani in primis, sono sempre più preoccupati per l’ingresso massiccio e indiscriminato di pomodori dal Marocco, che in seguito a un accordo siglato con l’Unione europea vengono sdoganati in Spagna e Francia senza alcun reale controllo sul dovuto pagamento dei relativi dazi e sulle caratteristiche fitosanitarie dei prodotti.

Lo sta continuando a segnalare la Confederazione italiana agricoltori, che a tal proposito dichiara: «Continuano a essere disattesi gli obblighi derivanti dal recente accordo Ue-Marocco, che prevede l’applicazione di dazi maggiorati a fronte di cali significativi del prezzo del prodotto sui mercati europei. Le conseguenze sono, ovviamente, disastrose in particolare per i nostri produttori che si vedono chiudere tutti i canali commerciali tradizionali, compresa la grande distribuzione italiana ed europea che preferisce approvvigionarsi in Germania o Francia a prezzi stracciati. Il perdurare del fenomeno dev’essere, quindi, oggetto di grande attenzione da parte della Commissione europea, come, peraltro, essa stessa ha promesso nel corso dell’ultimo consiglio dei ministri dei 27 Stati membri».

Sulla questione è intervenuto venerdì scorso anche il ministro spagnolo dell’agricoltura Miguel Arias Cañete, che ha invitato tutti a sedersi a un tavolo di trattativa, senza esprimere le preoccupazioni avanzate dagli agricoltori italiani «Solo attraverso il dialogo si costruisce il futuro: è importante sedersi a un tavolo comune con il Marocco per discutere circa la situazione dei mercati, l’evoluzione dei prezzi, il rispetto delle quote e l’adempimento dei prezzi di entrata del prodotto marocchino in Europa, al fine di non avere alcun danno per nessuno dei due paesi partner. Sia il Marocco che la Spagna sono interessati a lavorare insieme per mantenere buoni prezzi sui mercati europei. Ripetere questo modello di successo con il Marocco è l’unica strada percorribile: chi vuole solo protestare, lo faccia pure, ma coloro che vogliono costruire,ì si siedano al tavolo delle trattative, perché i problemi si possono risolvere solo negoziando».

Agrinotizie


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