L’agricoltura non riesce a diminuire i gas serra

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Il rapporto Inea lancia l\'allarme: nel 2050 il settore primario sarà il maggiore inquinatore atmosferico. L\'Ue invita ad affrettarsi.

Il rapporto sullo stato dell’agricoltura nel 2011 compilato da Inea contiene una dichiarazione molto allarmante: andando avanti di questo passo, nel 2050 l’agricoltura contribuirà a un terzo delle emissioni totali di gas serra prodotte dall’Unione Europea. Anche se lo stesso rapporto evidenzia che l’aumento delle emissioni agricole è dovuto unicamente al calo di quelle degli altri settori, una riflessione va fatta: la normativa si sta infatti concentrando a limitare le emissioni di gas serra nel comparto industriale, senza considerare il settore primario, che proprio per sua vocazione dovrebbe invece essere più ‘verde’ e attento all’ambiente. E anche perchè si trova ancora lontana dall’obiettivo della riduzione delle emissioni comunitarie, fissato al -80% nel 2050 rispetto ai livelli del 1990.

Per rispondere al rapporto di Inea, la Commissione europea ha lanciato la campagna "Una tabella di marcia per il passaggio a un’economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050", che invita il settore agricolo a prendere determinate misure per diminuire le emissioni, tra cui gli incrementi sostenibili all’efficienza, l’utilizzo razionale dei fertilizzanti, il recupero del biogas, l’utilizzo di foraggi di qualità, la diversificazione e la commercializzazione della produzione locale, la maggiore produttività del bestiame, l’ottimizzazione dei benefici dell’agricoltura estensiva e lo stoccaggio di carbonio nel suolo e nelle foreste.

Se l’obiettivo della Commissione è certo ambizioso, si può dire che l’agricoltura è ancora lontana dal ridurre le proprie emissioni di gas serra: il rapporto Inea afferma che il processo di riduzione arriverà al massimo al -37% nel 2030, e procederà ancora più lentamente negli anni successivi. In Italia, per ora, nel ventennio 1990-2009 si è giunti al -15%. Insomma, tanto resta ancora da fare, e magari qualche incentivo europeo o nazionale potrebbe certo aiutare.

Agrinotizie


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