Frutta a guscio, puntiamo sulla Russia

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Ottime notizie per i corilicoli italiani: sono in arrivo un nuovo bando europeo e una ghiotta occasione di export.

Il comparto italiano della frutta in guscio quest’anno ha ricevuto due ottime notizie. La prima è che il Ministero dell’economia, grazie a un suggerimento del Mipaaf, ha stanziato il cofinanziamento nazionale previto dal regime comunitario di aiuto alle superfici di frutta a guscio. Ciò significa, in cifre, un fondo di 28 milioni di euro complessivi che vanno a interessare i 90 mila ettari di terreno coltivati a mandorle, noci, nocciole, pistacchi e carrube in Italia. L’aiuto individuale è previsto in 241,5 euro/ha, ma varierà a seconda delle superfici oggetto della domanda di finanziamento.

Il bando europeo, che va a dare una mano a un settore fortemente benefico nei confronti dell’ambiente naturale e della conservazione e valorizzazione del territorio, rappresenta un dono caduto dal cielo soprattutto per i produttori italiani di nocciole, i quali negli ultimi anni sono caduti in profonda crisi a causa della crescente concorrenza turca, che attualmente rappresenta l’80% della produzione mondiale di questo prodotto. Tuttavia la Turchia ha già risposto con un bando ben più ghiotto, pari a 700 euro/ha: per i corilicoli italiani ci sarà ancora da faticare parecchio.

Veniamo allora alla seconda buona notizia, che proviene da un’analisi effettuata dal Dipartimento dell’agricoltura americano, il quale ha scoperto nella Russia un’ottima opportunità commerciale per i produttori di frutta a guscio. Questo paese, infatti, con i suoi cento milioni di abitanti sta aumentando di anno in anno il consumo di frutta a guscio (le importazioni hanno raggiunto le 76 mila tonnellate), soprattutto come ingrediente per l’industria dolciaria, che in Russia è in forte espansione (+8% nel 2010).

Attualmente la richiesta russa di frutta a guscio è soddisfatta per 25 mila tonnellate, pari a circa un terzo del totale, da Ucraina, Azerbaigian, Tagikistan e Uzbekistan. Al resto ci stanno pensando Stati Uniti (mandorle), Iran (pistacchi), Indonesia e Filippine (noci di cocco), Turchia (nocciole) e Vietnam (anacardi), ma la richiesta russa sta aumentando sempre di più, sia in termini di quantità che di qualità. E proprio sulla qualità potrebbero puntare i produttori italiani, dotati di varietà di pistacchio, noci e nocciole uniche al mondo, che potrebbero piacere molto ai consumatori russi.

Agrinotizie


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