Agea commissariata, Fruscio contro Romano

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E\' la tredicesima volta in quattordici anni: stavolta la scusa è sui richiami Ue e sulla mancata nomina del direttore generale.

Tuoni e fulmini nella sede di Agea, che lo scorso 23 giugno è stata commissariata dal ministro dell’agricoltura Francesco Saverio Romano. Il numero uno del Mipaaf, infatti, con una mossa palpabile nell’aria già da tempo ha licenziato il presidente di Agea Dario Fruscio (nella foto) per sostituirlo con un commissario straordinario, il generale della Guardia di Finanza Mario Iannelli. Il motivo? «Gli accertati e reiterati inadempimenti da parte degli organi dell’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, che non hanno provveduto alla nomina del direttore generale, nonché le inadempienze gestionali e amministrative che hanno comportato ripetute segnalazioni da parte dell’Ue»: così è scritto nella nota del Mipaaf diffusa a seguito del commissariamento.

Il presidente uscente Fruscio ha già espresso il suo disappunto sulla questione: «Non ho ancora ricevuto notifica ufficiale della decisione del ministro Romano, ma se le cose stanno davvero così, sono seriamente intenzionato a presentare ricorso al Tar. Oltretutto, non vedo motivi validi per commissariare l’Agea: un atto così grave andrebbe documentato e provato in maniera più adeguata. Primo, Agea non è mai stata oggetto di segnalazioni da parte dell’Ue per inadempienze amministrative o gestionali; secondo, la nomina del direttore generale che non abbiamo ancora effettuato è un atto che si inserisce in piano di riorganizzazione più complesso, previsto dallo Statuto varato con decreto interministeriale che abbiamo cercato di applicare».

La nomina del direttore generale di Agea era già stata oggetto di un aspro dibattito tra Fruscio e l’ex ministro Giancarlo Galan, risoltosi però in un nulla di fatto. Romano si è invece spinto oltre alle parole, licenziando il presidente Fruscio, che si trovava in una posizione debole già da tempo: nominato dall’ex ministro Luca Zaia, Fruscio aveva perso il consenso della Lega Nord, il partito a cui appartiene e che pare abbia avanzato per primo la richiesta di commissariamento. Fruscio, infatti, ha fatto cosa sgradita alla Lega mostrandosi molto rigido sulla vicenda delle quote latte, avendo girato a Equitalia in maniera tempestiva le cartelle degli allevatori che non avevano aderito alla rateizzazione degli arretrati. Ma si sa che la Lega si è sempre dichiarata contraria a pagare le quote latte, a loro parere frutto di conti errati.

Un’altra mossa che ha di sicuro contribuito al commissariamento di Fruscio è stata la recente protesta del presidente in merito ai tagli dei fondi Agea: in un’audizione alla commissione agricoltura del Senato, Fruscio non aveva esitato a segnalare i tagli ai trasferimenti pubblici, che dai 214 milioni nel 2008 sono scesi ai 168 del 2011, compromettendo il corretto lavoro di Agea. Il ministro Romano non ci ha allora pensato due volte a commissariare il presidente, con una mossa che, segnala Coldiretti, è stata ripetuta ben tredici volte negli ultimi quattordici anni di storia di Agea e della vecchia Aima. Una brutta abitudine che, oltre ad avere il sapore tipico dei regimi dispotici, non aiuta di certo il lavoro di un organo fondamentale per il settore agricolo italiano.

Agrinotizie


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