Biotech, la regressione continua in Europa
Sorpresa, il biotech europeo sta contiuando a regredire . Un settore che tanto ha fatto (e fa) discutere, ma nel quale tante persone hanno creduto, nel 2010 ha perso il 3% delle semine. Ad affermarlo è l’International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications, detto semplicemente Isaaa, che ogni anno pubblica un rapporto sulla situazione mondiale del settore ogm. E il rapporto 2010, appunto, ha evidenziato come la superficie europea coltivata a organismi geneticamente modificati si sia ridotta a 91.643 ettari, ovvero il -3% rispetto all’anno precedente, suddivisi in otto Stati dell’Ue: Spagna (che conta sull’80% della superficie europea ogm), Romania, Slovacchia, Portogallo, Polonia, Germania, Svezia, Repubblica Ceca. Di questi, i primi cinque hanno prodotto solo del mais (questo prodotto, infatti, è presente su 91.193 dei 91.643 ettari totali), i successivi due solo della patata e l’ultimo, la Repubblica Ceca, entrambi i prodotti.
Va ricordato che la regressione della superficie coltivata a ogm non è una novità, anzi, il 2009 è stata un’annata ben peggiore, a causa di una perdita improvvisa del -12% (fino al 2008, invece, il trend era sempre stato positivo). Il motivo di tutto ciò sembra essere soprattutto economico: gli agricoltori si sono accorti, forse, che non è conveniente per le loro tasche coltivare i terreni con organismi geneticamente modificati, anche se il loro Stato lo consente. A tredici anni dalla legalizzazione degli ogm in Europa, insomma, i consumatori non si sono ancora abituati a questa novità, ma anzi la maggior parte sembra rifiutarla: a provarlo, per quando riguarda l’Italia, è stata un’indagine di Eurobarometro.