Alimenti cari, la colpa non e’ dei cereali

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Coldiretti: il prezzo di grano e mais non è il giusto pretesto per giustificare l\'aumento di pane e pasta

Se i prezzi degli alimenti sono aumentati negli ultimi mesi 2010, la colpa non è certo del settore primario. Almeno, questo è ciò che sostiene Coldiretti, che ha effettuato un’indagine in merito agli effetti provocati dalle materie prime agricole sul raddoppio dell’inflazione, scoprendo che il prezzo dei cereali è notevolmente calato rispetto al 2008, quando le quotazioni avevano raggiunto cifre da record. L’aumento dei prezzi delle materie prime avvenuto nell’anno appena trascorso, dunque, è niente se rapportato a quello avvenuto durante la primavera del 2008, e non può essere preso come la causa principale dell’innalzamento dei costi dei prodotti alimentari finiti: questa l’interpretazione di Coldiretti, che ha analizzato le quotazioni di grano e mais presso il Chicago Board of Trade, punto focale del commercio globale.

Il confronto più interessante è quello del grano, che a Chicago è attualmente quotato ad 8 dollari per bushel, ovvero 22 centesimi al chilogrammo, che equivale al 40% in meno del suo massimo storico, avvenuto a marzo 2008 con 13 dollari per bushel. Un calo più leggero è invece quello del mais, che se nel 2008 aveva oltrepassato i 7 dollari per bushel, attualmente si aggira intorno ai 6,2. Gli aumenti avvenuti nel 2010, dunque, hanno recuperato in parte il crollo dei prezzi avvenuto nel 2009 rispetto al 2008: nell’anno appena trascorso, infatti, grano e mais sono aumentati rispettivamente del 25% e del 30% rispetto al 2009.

Non passa inosservata la grande volatilità dei prezzi delle materie prime agricole, in un mercato che richiederebbe una maggiore stabilità per favorire la programmazione delle coltivazioni, ma il dato da evidenziare, secondo Coldiretti, è un altro: l’aumento dei cereali non può essere preso come il pretesto per giustificare il rincaro di prodotti alimentari come pasta e pane. Prendendo quest’ultimo come esempio, basti pensare che il pane costa 10 volte di più del grano, il quale incide sul prezzo del prodotto finito solo per il 10%.

Agrinotizie


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