Stop alle cavallette: guida per difendersi
Si manifestano periodicamente, sono molto voraci e devastano i campi di tutta Italia: sono le cavallette dalle ali rosa (nella foto), nome popolare della Calliptamus italicus italicus, un coleottero che agisce a cicli nell’intera penisola, e purtroppo in costante aumento, soprattutto nel nord del paese. Le proliferazioni di questo temibile animale non sono dovute solamente alle condizioni climatiche favorevoli, ma anche alla situazione di abbandono in cui riversano molte aree collinari: le rotazioni colturali sono sempre più semplificate, e così i terreni a riposo aumentano di anno in anno, andando a costituire l’habitat ideale per le cavallette dalle ali rosa, le quali poi si estendono ai campi coltivati, soprattutto quelli di erba medica.
Tuttavia è possibile impedire la proliferazione della Calliptamus tramite adeguate strategie di prevenzione, che devono essere effettuate prima dello sviluppo delle cavallette adulte. In altre parole, è necessario agire durante il periodo della deposizione delle uova, che avviene solitamente tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate. I mezzi per neutralizzare questi coleotteri sono soprattutto preventivi, e di tre tipi: chimici, meccanici-agronomici e biologici. Il primo gruppo è quello tradizionalmente più utilizzato (in passato la Calliptamus veniva combattuta tramite un grande impiego di insetticidi piretroidi e carbammati, che però avevano scarsa efficacia), e di recente è stato oggetto di studi approfonditi, i quali hanno portato a scoprire che la deltametrina, unico principio attivo legale in territorio italiano, era sì poco dannoso per l’uomo, ma causava una grande mortalità di pesci e altri animali acquatici. Ricercando alternative a basso impatto ambientale, si è arrivati ad individuare degli insetticidi naturali – il Beauveria bassiana, il Metarhizium anisopliae acridum e l’Azadiractina – che hanno ottimi risultati a breve termine, ma che non riescono ancora ad impedire la ricomparsa delle cavallette.
Alcuni agricoltori preferiscono dunque adottare strategie di tipo meccanico-agronomico, che consistono nel lavorare o dissodare i terreni a riposo in cui la Calliptamus può deporre le uova, ovviamente prima che queste si schiudano. Questa scelta implica che l’agricoltore sappia alla perfezione dove si trovano le "grillare" (così vengono definiti i luoghi di deposizione delle uova), e che agisca in autunno o inverno, ovvero prima che nascano i nuovi esemplari. Altrimenti, è possibile contenere le cavallette tramite un’adeguata lotta biologica: gli studi più recenti hanno scoperto che l’Entomophtora grylli, un tipo di fungo parassita, è particolarmente efficace per neutralizzare la Calliptamus. Così come può dare una grande mano la predazione degli uccelli, non solo in stormi, ma anche in singoli fagiani, tacchini o rapaci.