La gestione agronomica diventa progetto
I Piani di Sviluppo Rurale lanciati dall’Unione Europea lo hanno chiarito una volta per tutte: l’azienda agricola del ventunesimo secolo non è solo produttrice di alimenti, ma ha assunto tante altre funzioni di servizio o di aiuto per l’ambiente e per la società, funzioni appunto aiutate dai contributi Psr. Un’azienda agricola moderna, dunque, deve necessariamente sviluppare delle tecniche di gestione agronomica, atte ad incrementare e salvaguardare la naturalità dell’ecosistema e del suolo, in modo da potenziare i propri servizi ambientali, oggi sempre più importanti.
Proprio in questa direzione si pone il Progetto Multifarm, un percorso iniziato in Friuli Venezia Giulia a marzo 2010 con lo scopo di confrontare le colture condotte con tecniche agrinomiche conservative e convenzionali, in modo da valutarne l’impatto sul suolo, sull’ambiente e sul paesaggio nel breve e medio termine. Il progetto, finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, coinvolgerà trenta aziende agricole locali fino al 2012, concentrandosi sulle colture di mais, soia e cereali: lo scopo è quello di valutare l’agricoltura conservativa intrapresa dalle aziende pilota, per verificare la validità di questo metodo alternativo.
I temi su cui si sviluppa la ricerca sono tre: gestione conservativa dei seminativi, gestione dei manti erbosi in vigneti e frutteti, valutazione degli effetti sulla biodiversità e sugli ecosistemi. Tutti temi fondamentali per capire se vale la pena di insistere sulle misure agroambientali: dalle conclusioni del progetto Multifarm si potrà comprendere se questa branca dell’agricoltura blu è davvero conveniente non solo per l’economia, ma anche per la natura.