L’Italia scheda gli agricoltori immigrati
Il Ministero delle Politiche agricole vuole registrare gli immigrati che lavorano nel settore agricolo. In sintesi, questo è lo scopo del progetto "L’impiego degli immigrati in agricoltura nelle regioni italiane dell’Obiettivo Convergenza", che si propone di realizzare una banca dati di ambito subregionale e subprovinciale per registrare, appunto, qualsiasi informazione in merito agli immigrati che lavorano nel settore agricolo. Tale registrazione verrà effettuata solo in quattro regioni: Puglia, Campania, Calabria e Sicilia.
Sarà l’Inea – l’Istituto Nazionale di Economia Agraria – ad occuparsi di questo registro fortemente voluto dal Ministero delle Politiche Agricole, che infatti finanzierà il tutto con un milione e 178 mila euro. L’ente pubblico raccoglierà informazioni in merito al livello di istruzione e alla provenienza degli immigrati, nonchè alle retribuzioni, agli orari di lavoro e al livello di motivazione. Il progetto è una parte del più ampio obiettivo di miglioramento dell’impatto migratorio, con lo scopo di favorire l’integrazione degli immigrati e di non farli sfruttare dalle organizzazioni criminali.
Il numero di immigrati che lavorano in ambito agricolo nelle quattro regioni interessate non è indifferente: nel 2009 erano 52.469, dei quali solo 16.540 con regolare contratto e permesso di soggiorno. Il 44% di questi si trovava in Puglia, il 22% in Campania, il 19% in Calabria e il 15% in Sicilia.