Olio extravergine
Nelle case delle famiglie italiane predomina l’olio extra vergine. E’ quanto è emerso da un sondaggio di Unaprol, il consorzio olivicolo italiano che ha indagato sugli acquisti di olio nei super e iper mercati, scoprendo che il 72% degli oli messi nel carrello è di tipo extra vergine, contro il 15% dell’olio d’oliva. Tuttavia, anche in questo acquisto le famiglie guardano al portafoglio: fra gli oli extra vergine acquistati, quelli Igp e Dop (i più costosi, 9,89 €/litro) sono solo l’1%, così come quelli biologici (7,81 e€/litro). Più diffusi, invece, gli oli della categoria "100% italiano" (4,04 €/litro), che ammontano al 15% del totale.
Nell’esplicare i dati, diffusi durante il convegno dello scorso 8 ottobre dell’Aipo (l’associazione interregionale dei produttori olivicoli del Nord Est, che rientra nell’Unaprol), il presidente di Unaprol Massimo Gargano si è dichiarato «soddisfatto dell’aumento degli oli 100% italiani, avvenuto in seguito all’entrata in vigore dell’obbligo di porre l’etichetta che indica l’origine del prodotto. Insomma, l’alta qualità è la nostra carta vincente». Non a caso, titolo del convegno era proprio "L’olivicoltura di alta qualità: un progetto tutto italiano", anche se un occhio particolare è stato prestato ai produttori del Nord Est, a partire dalla location del convegno (Este, in provincia di Padova).
Questo perchè il Nord Est è in crescita nella produzione olivicola: gli ultimi dati Unaprol parlano di un aumento di piante di ulivo del 4% rispetto al 2008. Crescita straordinaria in Friuli Venezia Giulia, dove gli ulivi sono aumentati in due anni dell’11%, e positivi anche i dati generali sulla campagna ulivicola 2010/2011: «In Italia si prevede un aumento del 10% rispetto al 2009», ha spiegato il direttore di Unaprol Ranieri Filo Della Torre, che ha fornito anche i dati riguardanti la situazione all’estero: «In crescita sono Stati Uniti, Russia, Brasile e Australia, ma in crescita è anche l’export di olio italiano, che ha registrato il +13% nel primo trimestre 2010».
Molta attenzione è stata prestata anche agli annunci delle associazioni di assaggiatori tedesche, inglesi e statunitesti, le quali hanno intenzione di aumentare l’attenzione sulla qualità: «E’ sbagliato abbassare i prezzi a scapito della qualità, come hanno disastrosamente fatto alcune aziende italiane», ha proseguito Filo della Torre. «E’ invece necessario puntare sull’origine e sulla qualità del prodotto in maniera corretta». Qui la parola è passata di nuovo al presidente Gargano: «Per questo è nato il progetto del "Consorzio 100% alta qualità italiana", che unisce frantoiani e produttori per fare gli interessi dei distributori e dei consumatori».