Boom di acquisti di terreni agricoli e vigneti in Italia

Vibrant Green Agriculture Fields. Fresh Crop Plants Growing on F

Dopo gli anni di crisi legati alla pandemia, nel 2021 in Italia c’è stato un aumento del 30% di atti di compravendita di terreni agricoli e vigneti. Lo afferma il rapporto del Crea, il Consiglio per la ricerca e analisi dell’economia agraria, sull’andamento del mercato fondiario in Italia, dove si torna a comprare terren, anche se «un’inflazione vicina al 2% si divora i valori reali». Barolo, Montalcino, Valdobbiadene, Lago di Caldaro, Bolgheri sono le aree vitivinicole con i prezzi più elevati, mentre in ascesa sono anche le aziende che offrono solo superfici in affitto.

Dopo gli effetti della pandemia nel 2020, che avevano determinato un blocco di gran parte delle contrattazioni (-12% rispetto al 2019, colpendo soprattutto i settori vitivinicolo, agrituristico e florovivaistico), secondo il Crea le compravendite dei terreni in Italia si sono riprese del 30% con oltre 150 mila atti registrati. Considerando i valori fondiari, il 2021 segna a livello nazionale un +1,1%, con un effetto traino, scrive il Crea, da parte della circoscrizione del nord ovest (+2%), del nord est (+1,2%) e delle zone di pianura, rispetto a terreni di collina e montagna. Il prezzo medio per un terreno agricolo sfiora i 21.000 euro a ettaro, con differenze molto evidenti tra i valori del nord est (42.300 euro), del nord ovest (29.100) e del resto d’Italia, dove non si superano i 15.000 euro. Il punto critico è però rappresentato dal tasso d’inflazione, aumentato dell’1,9% nel 2021, dopo due anni di sostanziale stabilità dei prezzi, quindi il prezzo della terra in termini reali arretra.

I terreni più richiesti sono quelli più fertili in zone con buone infrastrutture e nei comparti con più prospettive di successo commerciale. Vanno forte Barolo, Alto Adige, Valdobbiadene, Montalcino, Bolgheri, che si confermano le aree che spuntano quotazioni più elevate. Secondo i dati Crea al 2021, per un ettaro a Barolo in bassa Langa (Alba) si va da un minimo di 200 mila euro per ettaro a un massimo di 1,5 milioni di euro/ ettaro. A Valdobbiadene da 300 mila euro a 600 mila, mentre in Alto Adige le aree con le più alte quotazioni sono quelle della zona del Lago di Caldaro (440 mila-800 mila euro/ettaro), ma si toccano i 500 mila euro anche a nord di Trento, in Valle Isarco di Bressanone e Val Venosta.

In Toscana, un ettaro di terreno a Montalcino è quotato tra 250 e 700 mila euro; a Bolgheri tra 240 e 480 mila euro; nel Chianti Classico fiorentino tra i 110 mila e i 160 mila. Tra le quotazioni più basse, nel database del Crea, si trovano i vigneti Doc nella zona del Cannonau in Ogliastra, in Sardegna, compresi tra 11mila e 15 mila euro, così come in Calabria per i vigneti della collina sudorientale di Cosenza (15 mila-26 mila euro). Sostenuto il prezzo dei “vigneti eroici” di Pantelleria: tra 100 mila e 140 mila euro per ettaro. Anche nella zona della Doc Chambave il prezzo è compreso tra 100 e 150 euro per ettaro.

Poi c’è il mercato degli affitti, specifico segmento in cui la domanda prevale, ad esclusione delle zone in cui l’agricoltura è poco remunerativa (aree montane e marginali). A fare da traino sono le aree di pianura (terreni seminativi irrigui e adatti a colture di pregio). I canoni d’affitto sono sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente, forse per le difficoltà legate alla pandemia, che già nel 2020 avevano determinato un -2% sulla media nazionale.

Agrinotizie


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