Stop al glifosate: agricoltura in rivolta
No al glifosate in agricoltura: lo ha deciso la Commissione ambiente del Parlamento europeo, anche se la pronuncia definitiva deve ancora essere depositata da Bruxelles. Ma l’orientamento appare ormai scontato, anche per l’opposizione al glifosate che vede un fronte composto da Italia, Olanda e Francia.
Il ministro dell’agricoltura Maurizio Martina ha infatti dichiarato che «indipendentemente dalla decisione dell’Europa, l’Italia punta a un "Piano nazionale glifosate zero" con investimenti di due miliardi di euro nei prossimi quattro anni per diminuire l’uso della chimica in agricoltura».
Martina si è insomma esposto prima di una decisione definitiva, e nonostante l’Autorità europea per la sicurezza alimentare di Parma (EFSA) abbia affermato che è improbabile che il glifosate rappresenti un pericolo di cancerogenicità per l’uomo.
La questione glifosate sta molto agitando il settore agricolo. Il glifosate non ha infatti un valido sostituto, ma soprattutto la decisione di vietarne l’utilizzo arriva senza basi scientifiche che dimostrino la canceroginità della sostanza. L’agricoltura italiana subirà dunque un duro colpo, anche perché appare scontato che le importazioni di prodotti agricoli extraeuropei, su cui si fa abbondante uso di glifosate, non saranno affatto fermate.