Agricoltura, al top Ue le grandi aziende italiane
C’è qualcosa nel settore agricolo italiano che sta andando stranamente bene, e sono le grandi aziende agricole. Esse, infatti, secondo una recente indagine Eurostat, si collocano ai primi posti della classifica dell’Unione Europea per l’efficienza e i risultati economici, riuscendo a eguagliare Stati dotati di forti aziende come la Germania, la Spagna e la Francia, di solito citati come paesi dai risultati irraggiungibili per l’Italia.
In effetti, se confrontiamo la situazione italiana complessiva – ovvero includendo tutte le aziende agricole – con quella degli altri paesi citati, si scopre che il nostro sistema è molto debole. Ad esempio, la dimensione media di un’azienda agricola italiana ammonta a 8 ettari contro i 52 francesi, i 46 tedeschi e i 22 spagnoli; gli imprenditori under 35 sono il 5% del totale contro l’8% della media Ue; le superfici agricole in zone svantaggiate sono esattamente la metà del totale, eccetera. Ma se si effettua un’analisi considerando solo le aziende di grandi dimensioni – come ha appunto fatto Eurostat – si scopre che la situazione italiana non è poi così male, anzi, a volte il nostro paese supera i principali concorrenti.
E così, l’indagine Eurostat, che ha preso in considerazione le aziende che gestiscono il 20% della superficie agricola utilizzata, si è concentrata su 7560 imprese, che costituiscono lo 0,45% del totale delle aziende agricole italiane e hanno un margine lordo annuale pari a 429 mila euro, ovvero a 27 volte quello di aziende di piccole dimensioni, superando sia la Spagna (334 mila euro) che la Francia (243 mila). Un altro dato interessante è la dimensione media di queste imprese, pari a 337 ettari contro i 274 francesi. Ottimo il margine lordo per ettaro, che fa schizzare l’Italia in prima posizione in Ue, con 1274 euro/ha contro gli 887 della Francia, gli 820 della Germania e i 307 della Spagna.
Insomma, le grandi imprese agricole italiane non sfigurano affatto in Unione Europea, ma anzi sono ai vertici delle classifiche. Queste imprese, in Italia, sono responsabili dell’11% del valore aggiunto in agricoltura, del 3,1% dell’occupazione nel settore primario e del 13% del bestiame allevato nel nostro paese, e costituiscono, come detto, appena lo 0,45% del totale.