Ogm, frutta e verdura non deperiscono piu’

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Ogm, negli Stati Uniti scoperta la spermidina, composto organico che non fa deperire in fretta i pomodori. E che ora verrà introdotta in tutti i prodotti ortofrutticoli.

Le sementi geneticamente modificate stanno avendo un grande successo negli Stati Uniti, almeno secondo l’ultimo rapporto dell’Economic Research Service, organo del Dipartimento dell’Agricoltura del governo statunitense, che ha pubblicato da poco i dati sulle colture ogm impegnate in Usa nel 2010, scoprendo che esse sono generalmente aumentate. Tanto per citare qualche dato, la soia e il cotone con tolleranza agli erbicidi sono le colture ogm attualmente più diffuse nei campi statunitensi, seguite da cotone e mais resistenti agli insetti. La soia ogm, in particolare, secondo questo studio ammonta al 93% del totale delle colture di soia in Usa (+2% rispetto al 2009), così come il cotone (che però è aumentato del 5%). Il mais ogm, invece, attualmente copre l’86% delle coltivazioni totali di mais (+1% rispetto al 2009).

Visto questo notevole successo, gli scienziati statunitensi stanno continuando a fare ricerca e sperimentazione nel campo biotech. La novità più interessante arriva ad esempio dalla Purdue University, dove un gruppo di ricercatori è finalmente riuscito a capire perchè i pomodori rimangono freschi più a lungo rispetto ad altri vegetali: il merito è di un gene, contenuto anche nel lievito, che stimola la produzione di spermidina, un composto organico appartenente alla famiglia delle poliammide che ritarda l’invecchiamento e la decomposizione microbica. La spermidina potrebbe dunque essere la soluzione al maggiore problema agroalimentare dell’intero globo, quello della conservazione dei prodotti dopo la raccolta. Proprio per questo, gli stessi ricercatori hanno intrapreso un nuovo progetto di sperimentazione che prevede l’introduzione della spermidina in molti prodotti ortofrutticoli, con la speranza di creare nuove varietà ogm più resistenti al deperimento e alla decomposizione.

Alle University of California e Ohio University, invece, dei ricercatori hanno analizzato l’esposizione del frumento e dell’orzo a temperature fredde ma non gelide, scoprendo che esse accelerano il processo di fioritura – in gergo tecnico "vernalizzazione" – e preparano le colture ad affrontare in maniera più efficace i periodi di gelata. Nel dettaglio, quando il Vrn1, il principale gene coinvolto nella vernalizzazione, è espresso nelle foglie, la tolleranza al freddo di orzo e frumento è minore; mentre quando, in autunno, le piante hanno minore presenza di Vrn1, la tolleranza al freddo è molto maggiore. Scoperto ciò, gli scienziati americani stanno ora cercando di creare varietà di orzo e frumento geneticamente modificate che siano più resistenti al freddo lungo tutto il loro ciclo vitale.

Agrinotizie


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