La suinicoltura diventa beneficienza

Anche l’agricoltura può fare solidarietà, e lo può fare in maniera eccezionale. Ad esempio, diventando il settore su cui si appoggiano i rapporti di beneficienza tra la regione Lombardia e l’Uganda, paese africano martoriato da una guerra durata ben ventidue anni. Durante quel periodo numerosi medici lombardi sono stati inviati ad aiutare i civili ugandesi, ma una volta terminato il conflitto la Lombardia ha deciso di non abbandonare il paese a se stesso: l’idea è stata quindi quella di aiutare lo sviluppo di una filiera suinicola in Uganda, iniziativa che è stata inserita nel programma dell’Expo 2011.

La Lombardia, in sostanza, metterà a disposizione dell’Uganda tutte le proprie conoscenze nel settore suinicolo, molto sviluppato nella regione, per aiutarlo dapprima a raggiungere l’autosufficienza alimentare, e in un secondo tempo a diventare un paese esportatore. Un progetto molto ambizioso, iniziato con la visita simbolica del vicepresidente ugandese Gilbert Bukenya agli stabilimenti suinicoli della provincia di Cremona, avvenuta lo scorso anno.

Il governo ugandese, finalmente stabile dopo anni di sofferenze e carestie, ha intenzione di iniziare a sfruttare il proprio fertile territorio il prima possibile, e sta facendo passi da gigante: a luglio si è conclusa la prima fase del progetto, che prevedeva una formazione di tre mesi per quattro tecnici ugandesi presso vari stabilimenti medio-grandi del cremonese, in cui gli africani hanno appreso ogni fase dell’attività suinicola. Già in agosto i tecnici hanno cominciato ad applicare le proprie fresche conoscenze nella terra natia e a trasmetterle a tutti i contadini dell’Uganda. Finita questa fase di transizione, si passerà al secondo passo, ovvero la creazione della filiera suinicola, che comprenderà un macello e un laboratorio di inseminazione artificiale.