Piu\’ frutta esotica

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In Italia cresce il consumo di frutta esotica, ma non solo: spesso anche i cibi nostrani sono contaminati

Raddoppia il consumo di ananas, si dimezza quello di pesche. E le banane sono il terzo frutto più acquistato, dopo mele e arance. La globalizzazione, insomma, si fa sentire anche a tavola: uno studio della Coldiretti ha fatto emergere come nel Belpaese si prediligano sempre di più i frutti esotici al posto di quelli tradizionali. Se l’Italia è il maggior produttore di frutta e verdura d’Europa, le importazioni di frutta straniera nel nostro paese ammontano comunque al 15%: segno che gli italiani non si accontentano dei prodotti locali, ma apprezzano sempre di più quelli esotici, ai quali si sommano i frutti che in Italia sono fuori stagione, ma in altri Stati no, come i mirtilli argentini (aumentati in dieci anni del 560%), le ciliegie cilene (+122%) e l’uva sudafricana (+50%).

Ma la globalizzazione a tavola non coinvolge solo frutta e verdura, bensì tutti gli alimenti. Seppure gli italiani non amino consumare piatti etnici nei ristoranti stranieri – solo il 5% degli italiani frequenta spesso ristoranti stranieri, e quattro persone su dieci addirittura non ci hanno mai messo piede, né hanno acquistato nei fast food cibi come kebab, sushi o tacos – essi sono spesso consumatori inconsapevoli di cibo "nostrano" prodotto in altri paesi. Casi emblematici sono quelli del prosciutto (due fette vendute su tre appartengono a maiali allevati all’estero) e del latte (tre cartoni su quattro sono stranieri). Persino il piatto italiano per eccellenza, la pizza, nella metà delle nostre 25 mila pizzerie è prodotta con mozzarella, pomodoro, olio e farina importati da Cina o Europa dell’Est. Senza che i clienti lo sappiano.

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