Raccolta dei cereali
Il settore cerealicolo è in continua crisi: la trebbiatura del 2010 ha fatto segnare il -6% delle superfici coltivate a cereali in Italia. Una cifra meno preoccupante del -16% registrato lo scorso anno, ma comunque negativa: gli ettari di terreno si sono ridotti a 2,13 milioni. Il calo maggiore è stato quello dell’orzo (-16%), seguito da avena (-15%), grano tenero (-5%) e grano duro (-1%).
Fra le regioni, la percentuale più drastica è quella del Friuli Venezia Giulia, dove gli ettari sono diminuiti del 20%. Poco peggio in Abruzzo (-18%), Molise (-17%), Sicilia (-16%) e Marche (-14%). Ma ci sono anche cifre positive: è il caso delle regioni dove lo scorso anno la crisi è stata più netta. Così, la Sardegna si è ripresa di ben il 35%, seguita da Calabria (+20%), Lazio e Toscana (+8%). Le statistiche, contenute nel bollettino "Agrit" recentemente pubblicato dal Ministero delle Politiche Agricole, esamina la situazione regionale anche suddividendola per tipo di cereale: fra le percentuali più preoccupanti si segnalano il calo di frumento tenero in Abruzzo e Molise (-20%) e quello di frumento duro in Friuli (-19%). Eccezionale ripresa, invece, del grano duro in Sardegna (+45%) e Lazio (+42%).
Ma ad impaurire è anche la qualità dei cereali, che quest’anno si preannuncia mediocre in particolare per il grano duro, a causa delle numerose piogge cadute lo scorso inverno e a metà giugno, cioè alla fine del ciclo. I primi pesi ettolitrici raccolti, infatti, nel Nord Italia non superano gli 82 kg/hL. Inoltre le micotossine, particolarmente diffuse quest’anno, hanno dato il colpo di grazia alle raccolte. Migliore sembra la situazione del grano tenero, sia per la qualità che per la quantità.