Caldo in stalla? Rinfreschiamo le vacche

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Oltre ai 25 gradi le bovine da latte diventano meno produttive perchè spendono più energia per rilasciare calore. Ma con l\'acqua nebulizzata o i ventilatori è possibile aiutarle.

Le bovine da latte sono estremamente sensibili alle temperature ambientali, tanto che la loro produttività cala notevolmente con l’aumentare del caldo. E dato che in questi giorni di caldo ne sta facendo parecchio, vediamo quali sono le strategie migliori per proteggere le bovine dalle alte temperature estive e aumentare così le loro performance.

Ma prima cominciamo con qualche spiegazione scientifica: al contrario dei suini e degli avicoli, che mantengono la loro temperatura corporea regolando la produzione di calore endogeno, i bovini e gli equini disperdono il calore in eccesso tramite l’evaporazione, al fine di mantenere una zona termo-neutrale (cioè un intervallo di temperatura in cui l’animale si trova bene e produce al massimo). Ma quando la temperatura ambientale supera le soglie dell’intervallo prodotto dall’animale, quest’ultimo si carica di enormi rischi di salute. A questo punto, infatti, le bovine, oltre a emettere calore tramite evaporazione, lo fanno tramite la sudorazione, esattamente come gli esseri umani. Così facendo, esse eliminano acqua, sali minerali e sostanze organiche, tramite un processo indotto dalla riduzione della pressione nei vasi sanguigni periferici e dal maggiore ritmo del battito cardiaco, che possono far aumentare anche di 50 volte la circolazione del sangue periferico.

Ma l’eliminazione dell’acqua avviene anche tramite la salivazione e il respiro (in gergo scientifico "polipnea", un processo che consiste nella vasodilatazione dei capillari delle mucose delle prime vie respiratorie e nell’aumento del ritmo respiratorio fino a 200 respiri al minuto). Solitamente entro una temperatura di 25 gradi bastano la salivazione e la polipnea a smaltire il calore in eccesso, mentre oltre tale temperatura viene attivata anche l’emissione di calore dalla pelle. Ma nello stesso tempo le bovine inconsciamente producono dei meccanismi atti a ridurre la produzione di calore, tra cui la riduzione dell’ingestione degli alimenti: questo fattore è essenziale proprio per capire quando le bovine soffrono troppo caldo, anche se la percezione delle bovine dipende non solo dalla temperatura, ma anche dall’umidità, dalla velocità dell’aria e dalle radiazioni solari. Tali elementi, dunque, vanno a decidere lo stato di malessere dell’animale, espresso, oltre che con la minore alimentazione, anche con un’alterazione dell’equilibrio ormonale (e un conseguente calo di fertilità) nel caso di stress prolungato.

L’aumento della qualità delle radiazioni e il controllo delle condizioni ambientali sono dunque due fattori da tenere in considerazione per facilitare lo smaltimento di calore della mandria. Una soluzione ormai classica per migliorare il microclima della stalla è quella di collocare degli ugelli per l’irrorazione di acqua nebulizzata sopra la rastrelliera. Ma lo scorso anno, alla Fiera Agricola Zootecnica di Cremona, la Rota Guido srl ha presentato una miglioria di questo sistema: a ogni ugello stata collegata una valvola di intercettazione del flusso di acqua, attivabile direttamente dalla bovina quando accede alla mangiatoia, grazie a un meccanismo a leva meccanica mosso dalla testa della vacca che si infila nella rastrelliera. Quando invece la bovina mette fuori la testa, la leva viene spinta al contrario e il flusso d’acqua disattivato. La vacca tende così a considerare il rinfrescamento di acqua un "premio" per il fatto di alimentarsi, e ingerisce più cibo. Lo stratagemma permette una grande efficacia e un notevole risparmio di acqua, rendendo eccellente un sistema che in precedenza era molto dispendioso e meno pratico. Non a caso, per il suo brevetto la Rota Guido srl è stata premiata durante la stessa fiera di Cremona.

Per chi invece all’acqua preferisse l’aria, esistono anche i ventilatori da stalla. Oltre ai tradizionali modelli a flusso orizzontale ci sono quelli a flusso verticale, con un diametro dai 4 ai 7 metri e un numero di pale da 5 a 10 che garantiscono una distribuzione più omogenea dell’aria fresca, evitando "l’effetto corrente" che potrebbe invece rivelarsi dannoso per le bovine. I ventilatori, tra l’altro, muovendo l’aria migliorano notevolmente il microclima della stalla, garantendo una situazione igienico-sanitaria che determina il maggiore benessere delle bovine da latte.

Agrinotizie


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