Pomodoro: Anicav contro il caporalato

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Siglata un\'importante partnership per la valorizzazione di una filiera etica e di qualità.

Un protocollo per una filiera più etica, sostenibile e di qualità. Anicav, l’Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali, sigla insieme a un prestigioso ente internazionale di certificazione un’intesa per la promozione e la diffusione della cultura della qualità e della sicurezza dei prodotti. L’obiettivo è quello di svolgere un’importante azione di sensibilizzazione, condivisa da tutti gli attori della filiera, in materia di responsabilità sociale, attraverso percorsi che portino a un "riconoscimento etico" che preveda, tra l’altro, l’implementazione di certificazioni a carattere globale al fine di rispondere alle crescenti esigenze del mercato in materia di tutela dei lavoratori e di rispetto dell’ambiente.

«Il documento di intenti, firmato con uno degli enti di maggior prestigio internazionale – spiega il direttore generale di Anicav Giovanni De Angelis – si inserisce nell’ambito delle iniziative che Anicav sta portando avanti per il contrasto al fenomeno del lavoro irregolare e del caporalato, che rappresenta un elemento di grande criticità per il settore. Con questo strumento, infatti, l’industria del pomodoro intende dare un deciso contributo per debellare un fenomeno che, seppur eccessivamente sovrastimato e solo indirettamente riferibile alle aziende della trasformazione riguardando essenzialmente il mondo agricolo, rappresenta un tema sensibile per l’intera filiera».

A tal proposito, il mondo industriale esprime grande soddisfazione per la proposta – condivisa da tutti i membri del Comitato di coordinamento del Polo distrettuale del centro-sud Italia, nel corso della riunione del 14 aprile dalla quale è emerso un accordo di massima sull’impianto generale del Contratto Quadro d’Area per la prossima campagna di trasformazione – di prevedere, per la prima volta, nei contratti di cessione del pomodoro da industria esclusivamente la raccolta meccanica.

«Grazie alle azioni che stiamo mettendo in campo – aggiunge De Angelis – siamo in condizioni di contrastare queste inaccettabili forme di irregolarità già da quest’anno e di ridurle sensibilmente entro il prossimo triennio».

Già a partire da questo mese Anicav ha avviato corsi specializzati dedicati agli addetti ai lavori e ai tecnici aziendali. In particolare, in tema di condizioni etico-sociali, gli attori della filiera hanno già inaugurato un percorso per dotarsi di certificazioni riconosciute a livello internazionale, la certificazione SA8000 per le imprese di trasformazione e il protocollo GlobalGAP per le aziende agricole. Le due certificazioni rappresentano una risposta in grado di stabilire regole comuni applicabili da qualsiasi fornitore, uno strumento strategico per definire un sistema di salvaguardia sia nei confronti della legislazione che dei consumatori.

«Nell’ambito di un mercato in cui il vantaggio competitivo è sempre più condizionato da una richiesta di sostenibilità di prodotti e servizi – spiega De Angelis – è necessario sviluppare una nuova etica d’impresa che non sia limitata ai nostri associati, ma condivisa da tutti gli attori della filiera del pomodoro».

Il protocollo rientra tra le proposte che Anicav ha avanzato al tavolo tecnico recentemente istituito presso il Ministero delle politiche agricole che ha coinvolto tutte le rappresentanze agricole e industriali del pomodoro italiano per la costituzione di una "cabina di regia" del pomodoro da industria. E proprio la questione etica rientra tra le priorità indicate da Anicav per la futura cabina di regia, questione che potrà essere affrontata nell’ambito della valorizzazione del prodotto, attraverso un’azione coordinata di certificazione etica e di implementazione di sistemi di qualità.

In questo senso, il progetto di definizione di un protocollo potrà essere accompagnato, secondo la proposta istituzionale di Anicav, dall’introduzione di un marchio di proprietà del Ministero delle politiche agricole. Una nuova etichetta in grado di tracciare la performance ambientali di materie prime e prodotti del pomodoro italiano, valutando l’impatto ambientale e sociale dell’intero comparto, andando anche a completare e integrare quanto già avviato dalla Rete del lavoro agricolo di qualità.

Agrinotizie


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