Cancro del kiwi, e’ epidemia in Italia

Cancro del kiwi, e' epidemia in Italia - Immagine
Lazio ed Emilia Romagna hanno diffuso le linee guida per eliminare il Psa, batterio che sta distruggendo le piantagioni di kiwi in tutta la penisola.

Pseudomonas syringae pv. actinidiae: questo il nome scientifico del cancro batterico, da tre anni una vera e propria emergenza italiana che toglie il sonno ai produttori di kiwi di tutta la penisola. Rinvenuto per la prima volta in Lazio nel 2008, il cancro batterico sta finalmente perdendo la sua battaglia contro i servizi fitosanitari, che hanno dovuto sudare freddo per sconfiggerlo, lanciando iniziative diversificate in ogni regione colpita dal temibile batterio, in attesa che il Ministero delle politiche agricole lanci la tanto attesa misura di emergenza nazionale, più che mai necessaria viste le gravi infezioni provocate dallo Pseudomonas.

La regione italiana più colpita da questo batterio è il Lazio, dove nel maggio 2008 è stata appunto fatta la prima segnalazione della presenza del cancro, in provincia di Latina. Da allora la sua espansione non si è più fermata, arrivando a colpire ben 500 degli 800 ettari coltivati a kiwi giallo, con qualche attacco anche verso il kiwi verde, per un totale di circa trenta milioni di euro di perdite economiche. La Regione ha reagito con una grande campagna di prevenzione, che è risultata l’arma migliore contro questo batterio: constatando come il Psa inizi a colpire già a primavera, colonizzando dapprima le foglie e poi facendo avvizzire il germoglio, e arrivando a colpire persino i fiori e i rami, le linee guida della Regione Lazio hanno imposto l’eliminazione totale o la capitozzatura delle piante infette, rimuovendo addirittura i residui dal campo per poi distruggerli completamente e il prima possibile. Una misura forte ma necessaria a stroncare l’epidemia.

Sempre secondo le linee guida regionali, è inoltre consigliabile disinfettare le superfici tagliate con sali di rame se l’operazione è effettuata in inverno, o con fertilizzanti e biostimolanti ad attività battericida se invece si agisce in primavera ed estate. Tagli ai rami che lasciano ferite di 2 centimetri o più di diametro, inoltre, vanno spennellate con sali di rame e protette con mastici disinfettanti, in modo da evitare ulteriori colonizzazioni da parte del cancro batterico. Persino la potatura va effettuata seguendo alcune accortezze, come ad esempio l’immersione della propria attrezzatura in soluzioni disinfettanti specifiche contro il Psa (ovvero quelle contenenti acido peracetico), ricordandosi di compiere questa operazione ad ogni passaggio da una pianta all’altra, e di potare per ultime le piante infette.

La portata straordinaria delle norme laziali rende bene la dimensione dell’epidemia di Pseudomas, che purtroppo non ha colpito solo questa regione. Al secondo posto in termini di emergenza c’è infatti il Piemonte, dove la prima segnalazione si è avuta solo nel maggio scorso, ma gli ettari di terreno colpiti sono già trenta, contro i dieci dell’Emilia Romagna, colpita però già nel 2009: anche in quest’ultima regione sono state lanciate norme straordinarie, come la distruzione immediata delle piante di kiwi infette e il divieto di autoproduzione di nuove piante fino al 31 dicembre 2011. L’Emilia Romagna ha stanziato un fondo di 600 mila euro per aiutare gli agricoltori in difficoltà contro il batterio, una cifra più consistente rispetto ai 180 mila della Regione Lazio. Se queste sono le tre regioni più colpite, è però vero che non sono le uniche: il Psa si è infatti esteso di recente anche in Veneto e Calabria, costringendo le amministrazioni regionali a meditare su misure straordinarie: anche se i casi segnalati sono stati tre in tutto, è molto meglio prevenire che curare.

Agrinotizie


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