Neonicotinoidi, protesta contro lo stop all’uso

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A due giorni dal voto, sei Stati membri manifestano contrarietà per i limiti \'sproporzionati\'

I limiti all’utilizzo dei neonicotinoidi, una classe di insetticidi oggetto di lamentele per l’elevata moria di api che provocano, trovano alcuni oppositori in tutta l’Unione europea.

Questi i fatti: dopo che l’Efsa (l’autorità europea per la sicurezza alimentare) aveva presentato i propri report di valutazione del rischio per la salute delle api connessi a tre neonicotinoidi, la Commissione europea aveva proposto di limitare l’utilizzo delle tre sostanze attive in questione alle piante non da fiore e ai cereali invernali, e di vietarli del tutto su colture primaverili come mais, colza, girasole, grano, orzo e cotone.

La proposta della Commissione dovrebbe essere votata dal Comitato permanente per la catena alimentare e la salute degli animali tra giovedì e venerdì. Tuttavia, un gruppo di sei Stati membri (Austria, Germania, Lituania, Repubblica Ceca, Spagna e Ungheria) ritiene sproporzionate le misure proposte e suggerisce l’introduzione di deroghe a favore dei soggetti che dimostrano di poter salvaguardare la salute delle api; l’uso di tali pesticidi dovrebbe essere concesso fino a settembre 2016 e quello dei semi trattati fino al 2017. Inoltre, quanti sono interessati dall’uso dei neonicotinoidi (Syngenta e Bayer) dovrebbero avere tempo fino al 30 giugno 2015 per fornire all’Efsa, alla Commissione e alle autorità degli Stati membri tutti i dettagli relativi alla diminuzione dei rischi.

Nel frattempo, anche dall’Italia si alza una voce contraria allo stop dei neonicotinoidi ed è quella di Assosementi, di cui riportiamo il comunicato.

ASSOSEMENTI: LO STOP A NEONICOTINOIDI COSTEREBBE 17 MILIARDI ALL’ECONOMIA EUROPEA

Gli Stati membri dell’Ue saranno chiamati giovedì 14 marzo a esprimersi sulla proposta di sospensiva dell’uso dei principi attivi neonicotinoidi su diverse colture per i prossimi due anni. Se la sospensiva venisse accolta diventerebbe operativa già dal 1° luglio, penalizzando fortemente l’economia europea. L’Esa (European seed association), l’associazione alla quale Assosementi fa parte e che rappresenta a livello europeo l’industria sementiera, ha stimato in 17 miliardi di euro di PLV e 50.000 posti di lavoro in agricoltura la perdita nell’arco dei prossimi cinque anni per una tale decisione. «Oggi – commenta Paolo Marchesini, presidente di Assosementi – grazie al progresso scientifico raggiunto è possibile fare agricoltura in modo sicuro e rispettoso dell’ambiente utilizzando tutti i mezzi tecnici disponibili. Gli agricoltori non possono rinunciare ai neonicotinoidi, che rappresentano un mezzo di difesa oculato e mirato. Attraverso il ricorso alla concia industriale è possibile limitare efficacemente la dispersione delle polveri e applicare una dose di principio attivo nettamente minore rispetto agli standard del passato, salvaguardando così la competitività delle nostre produzioni». L’Esa, insieme a Ecpa (European crop association) e Copa-Cogeca, l’organizzazione europea degli agricoltori, suggerisce un approccio razionale e una maggiore ponderatezza prima di procedere alla messa al bando tout court degli insetticidi neonicotinoidi. In particolare l’Esa chiede nel breve periodo di completare gli studi avviati dall’Efsa al riguardo, monitorare l’impatto di queste sostanze sulle famiglie di api, analizzare lo stato di salute in generale degli apiari, imporre il ricorso a sistemi di concia di effettiva qualità e vigilare su un uso professionale delle sementi conciate.

Agrinotizie


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