Agricoltura e turismo vanno coniugati

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Il nuovo governo Monti dovrebbe mettere in pratica le belle parole spese dai suoi predecessori sul turismo enogastronomico. A partire da rivoluzionare il sito Italia.it

Il rapporto fra turismo e agricoltura non sta solo negli agriturismi. Anzi, la crisi economica impone di trovare nuove soluzioni, chieste a gran voce anche dalle organizzazioni agricole italiane, che più volte hanno invitato il governo a muoversi per coniugare efficacemente le produzioni agricole di qualità con il paesaggio e il territorio italiano.

La questione non si può risolvere con dei semplici investimenti, bensì mettendo in campo delle competenze e dei ragionamenti azzeccati. Se si prenderà la strada giusta, a beneficiarne saranno sia le esportazioni italiane che l’indotto turistico.

Queste premesse saranno certo condivise da tutti, ma nessuno ha mai fatto niente per metterle in pratica. Si possono però analizzare alcuni dati per capire che la questione è più che mai urgente. Dati che provengono dalle analisi fatte sui siti web che dovrebbero promuovere l’immagine turistica ed enogastronomica italiana: internet è il mezzo principale per veicolare tali informazioni all’estero, ma la pubblica amministrazione del nostro paese sembra ancora lontana da questa logica.

Basta fare un analisi con i paesi concorrenti all’Italia, i quali, pur avendo un’offerta molto minore rispetto alla nostra, sono in grado di comunicarla meglio. Infatti il sito ufficiale del turismo italiano (www.italia.it) ha un quinto delle visite conteggiate dal sito della Francia, un terzo rispetto alla Spagna e la metà rispetto alla Germania. Sarà mica per colpa delle traduzioni? Italia.it è infatti disponibile in sole 5 lingue, mentre la Germania ne conta 26, la Spagna 31 e la Slovenia addirittura 48! E pensare che il sito turistico italiano ci è costato, secondo i dati diffusi dallo stesso governo, ben 50 milioni di euro. Come siano stati spesi rimane tutto da sapere, anche se qualche traduttore in più non avrebbe fatto certo male. Il sito turistico della Francia, in quanto a lingue, è messo come l’Italia (ha solo 6 traduzioni), ma il numero di visite che quintuplica quello italiano fa pensare che forse Italia.it ha qualcosa che non va. Lo stesso discorso può essere fatto per i siti delle regioni, che hanno lo stesso deficit di lingue: alcuni vengono tradotti solo in inglese; una scelta che non incrementa l’appeal del sito per un turista straniero.

Il governo Berlusconi non ha fatto nulla per promuovere il turismo in generale (a partire dalla scelta del ministro Brambilla), figuriamoci il turismo enogastronomico. Unico atto è stato l’accordo firmato tra l’ex ministro dell’agricoltura Romano e la Brambilla, lo scorso aprile in occasione del Vinitaly: la convenzione prometteva di promuovere congiuntamente il turismo enogastronomico, ma al di là delle belle parole non è stato avviato alcun progetto. Oggi ci troviamo invece con persone al governo di cui non si può negare la competenza: ci auguriamo che i ministri Mario Catania e Piero Gnudi sappiano avviare una campagna di comunicazione all’altezza di ciò che solo il nostro paese può offrire.

Agrinotizie


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