Crisi materie prime, approvati sostegni straordinari per l’agricoltura
Il consiglio dei ministri ha approvato alcune misure straordinarie per sostenere l’agricoltura italiana in risposta alla carenza di materie prime legata al conflitto Russia-Ucraina.
La prima misura riguarda l’acquisto di carburante, che nelle ultime settimane ha subito un’impennata dei prezzi. Per questo, alle imprese agricole e della pesca verrà riconosciuto un credito di imposta pari al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto del carburante agricolo utilizzato nel primo trimestre 2022.
Un altro provvedimento riguarda invece la rinegoziazione dei mutui agrari e garanzia Ismea. In sostanza, le esposizioni in essere concesse dalla banche potranno essere rinegoziate e ristrutturate per un periodo di rimborso di 25 anni. Queste operazioni potranno essere assistite dalla garanzia gratuita fornita da Ismea.
Da parte dell’Unione europea, invece, per la prima volta nella storia si è deciso di utilizzare le riserve “di crisi” della Pac mettendo a disposizione degli Stati membri 500 milioni di euro da destinare alle aziende agricole per far fronte all’aumento dei costi dell’energia e dei mezzi tecnici, a partire dai fertilizzanti. All’Italia spetteranno 50 milioni di euro, che il governo deciderà come ripartire nei prossimi giorni.
2 comments
Miccolis srl
Marzo 22, 2022 at 6:20 pm
Perché non mettono un tetto al prezzo di mais, soia e orzo a livello europeo visto che non sono 100% provenienza Ucraina, perché non si riesce a indicizzare il prezzo del latte? Ve lo dico io, perché vedono ancora l’allevamento come qualcosa da spremere ancora dopo 50 anni che tutti hanno inzuppato il biscotto e pensano di continuare a farlo con il sistema al collasso
Mario Addamo
Marzo 22, 2022 at 8:31 pm
Buonasera, abbiamo avuto e continuiamo ad avere governi fantocci, per circa 10 campagne produttive di grano con una vendita media di 200 euro a tonnellata, appena bastavano per pagarci le spese , quest’anno campagna 2021 e arrivato a 300 euro a tonnellate, quindi i produttori abbiamo venduto, (alle multinazionali) a novembre periodo di semina e arrivato a 570 euro a tonnellata, vi ricordo non c’era la guerra, a gennaio i fertilizzanti raddippiano da 36 euro a 73 euro al quintale, il gasolio agricolo ad 1,10 euro, e non c’era alcun inizio di guerra, la maggior parte dei contadini non ha seminato, e chi la fatto si è indebitato, ora ci dicono che siamo senza grano senza mais, senza girasole perché c’è la guerra, il gasolio agricolo è arrivato a 1,40, circa 5 kg di grano per un litro di gasolio, è una vergogna i terreni abbandonati per un misero contributo annuo, ha vi ricordo che danno anche il misero contributo se non seminiamo, perché i nostri governi fanno accordi con altri paesi, per non farci produrre cereali, e ora vi manciate il……