Cereali, prezzi mais in inaspettato rialzo

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Il raccolto in Usa, più debole del previsto, si trascina anche grano e soia

di Sergio Pitzalis

Tra giovedì e venerdì scorso sono stati pubblicati i dati ufficiali da parte del Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti (Usda). Non sono mancate le novità, con riflessi immediati sui prezzi a termine dei cereali. Vediamo nel dettaglio le novità emerse.

Il punto principale verte sul raccolto del mais negli Stati Uniti: si tratta di un dato più debole del previsto, che fa registrare un rialzo dei prezzi del future del corn come non si vedeva da un mese a questa parte. Il rialzo del mais è stato così convinto da trascinare parzialmente anche il prezzo del grano e della soia, nonostante le loro condizioni siano diverse dal granoturco.

Ma cosa è accaduto al mais? Gli analisti si attendevano un dato positivo in termini di scorte e resa per acro; ma al contrario le scorte finali nazionali sono scese per la stagione 2015/2016 a 1,59 miliardi di bushel, più basse di 125 milioni di bushel iniziali. Anche la resa è vista in ribasso per il mais di 1,3 bushel per acro, pari a 167,5 bushel per acro.

Oltre al calo del mais, venerdì è stato pubblicato anche il rapporto Wasde, il quale fornisce un quadro completo della domanda e offerta di grano e cereali a livello mondiale, oltre a fornire un’analisi approfondita sui raccolti degli Stati Uniti. Nello stesso report Wasde sono stati riportati anche i dati definitivi dell’esportazione degli Stati Uniti per la stagione 2014/2015. Teniamo conto che la stagione ufficiale termina il 31 agosto di ogni anno. Per la soia Usa le esportazioni non sono andate poi così male come si paventava inizialmente: rispetto al target iniziale le vendite di soia sono state del 101% rispetto al target della Usda. Per il mais, la stagione è terminata con un obiettivo del 100,6% rispetto al target della Usda. L’unico dato al di sotto delle previsioni è stato quello riguardante il grano. Discorso completamente diverso per la soia, dove gli analisti si attendevano un taglio delle scorte e delle rese per acro negli Stati Uniti e non un aumento come invece si è evidenziato dalla Usda. Grazie poi alla confermata domanda della soia da parte della Cina negli ultimi mesi, le quantità previste di esportazioni sono state così pienamente rispettate.

Come si può notare per il mais e la soia, i dati presentati hanno spiazzato molti analisti, lasciando così diversi dubbi sulla correttezza dei dati stessi. Non che ciò che è stato presentato sia errato, ma che possa essere rivisto nel corso dei prossimi due-tre mesi dalla Usda. Uno scenario simile si era presentato esattamente un anno fa. Anche in quell’occasione la produzione e resa di soia e mais erano viste in rialzo, mentre gli analisti si attendevano un ribasso dei dati. Ebbene, dopo due report ufficiali di dati al rialzo, a novembre ci fu una correzione netta da parte della Usda tornando, in un solo mese, ai quei dati attesi proprio a settembre.

È pertanto necessario continuare a monitorare la situazione dei mercati, consapevoli del fatto che il mese di novembre potrà essere il punto di svolta non solo per l’andamento dei prezzi esteri ma anche nazionali, e non il mese di settembre!

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Sergio Pitzalis è titolare della Gsa (Gann Systems Analysis), che da oltre 10 anni opera sui mercati finanziari e sulle principali borse merci internazionali per offrire un supporto alle aziende agricole. Ogni lunedì cura su Agrinotizie una rubrica in cui analizza il mercato internazionale e italiano dei cereali. Pitzalis offre inoltre delle analisi approfondite sulle tendenze internazionali del mercato dei cereali. Clicca qui per maggiori informazioni o scrivici per contattare Sergio Pitzalis.

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