Agricoltura, UE: nuovi sbocchi dall’export
Secondo la Commissione europea, le riforme fondamentali della Pac (Politica agricola comune) hanno progressivamente permesso al settore agroalimentare dell’Unione europea di migliorare l’orientamento sui mercati, rispondendo alle nuove opportunità di mercato e di guadagnando competitività a livello internazionale.
Nella seconda metà del 2014, il commercio agroalimentare della UE è stato messo in ombra dalle restrizioni alle importazioni imposte dalla Federazione Russa su alcuni prodotti. Tuttavia, gli esportatori UE sono riusciti a diversificare le destinazioni e persino ad aumentare lievemente il valore complessivo dell’export agroalimentare. Nel 2014, infatti, l’UE ha mantenuto la sua posizione come primo esportatore mondiale, con un export agroalimentare pari a oltre il 7% del totale delle merci esportate e con un surplus netto di 18 miliardi di euro.
Attualmente, le cinque principali destinazioni per le esportazioni agroalimentari dei 28 stati UE sono Usa, Russia, Cina, Svizzera e Giappone. Gli Usa sono saldamente in testa in questa classifica, visto che assorbono il 13% dell’export totale. UE e Usa stanno ancora negoziando il Trattato di libero scambio (TTIP), ma le cifre del 2014 confermano già i rapporti sempre più forti in materia di commercio agroalimentare, che acquistano sempre più importanza.
Nel 2014, tra le prime cinque destinazioni, le vendite negli Usa sono quelle ad avere visto la crescita più rapida (+7%). La seconda destinazione più importante nel 2014 era ancora la Russia, nonostante il drammatico calo delle vendite (-23%) dovuto all’embargo russo per alcuni prodotti (carni, latticini, frutta e verdura) nella seconda metà dell’anno 2014. L’UE resta il principale importatore di prodotti agroalimentari provenienti da Paesi sottosviluppati con un valore (3 miliardi di euro) notevolmente maggiore rispetto al valore combinato di Usa, Cina, Giappone, Russia e Canada (2,5 miliardi di euro).