Italia, crolla l’import di succo d’arancia

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I dati Ismea dimostrano un saldo in crescita sia per aumento che per valore

Negli ultimi dieci anni le importazioni di succo di arancia dell’Italia sono fortemente diminuite. Infatti, nel corso della campagna agrumaria 2004/2005, le importazioni di succo di arancia dell’Italia (espresse in quantità equivalente di arance fresche) ammontavano a 552 mila tonnellate, mentre nella campagna 2013/2014 a 160 mila tonnellate.

Come si può vedere nella tabella sotto, la flessione delle importazioni è stata costante in tutto l’arco temporale considerato.

Nello stesso periodo, le esportazioni di succo di arancia (sempre espresse in quantità equivalente di arance fresche) sono aumentate da 550 mila a 603 mila tonnellate. È evidente quindi che nel periodo in esame il saldo attivo dell’Italia relativo ai succhi di arancia è cresciuto, sia in termini di quantità sia in valore. Ad esempio, in termini di volume, la differenza tra esportazioni e importazioni indicano per l’ultima campagna una differenza di oltre 440 mila tonnellate di succo, espresso in quantità equivalente di arance fresche.

Questi dati potrebbero sorprendere gli addetti ai lavori, in quanto evidenziano come – nel periodo in esame – siano cresciute le quantità di arance italiane trasformate in succo. Ciò è avvenuto in un contesto caratterizzato dalla riforma dell’Organizzazione Comune di Mercato che ha rimodulato le misure di aiuto finanziario per gli agrumi destinati alla produzione di succo. Questi cambiamenti hanno anche determinato una parziale ristrutturazione della filiera attraverso la chiusura di molti impianti di estrazione del succo, soprattutto quelli di dimensioni medio-piccole.

Le maggiori flessioni delle importazioni di succo di arancia si sono verificate per i succhi di arancia congelati e per quelli non fermentati e non congelati, con brix compreso tra 20 e 67. Nel primo caso si è passati da circa 32 mila tonnellate importate nella campagna 2004/2005 a 7500 tonnellate nella campagna 2013/2014, mentre nel secondo caso da 22 mila tonnellate a 6400 tonnellate. Sul fronte dell’export, c’è stato un lieve incremento per i succhi concentrati e congelati, cresciuti da 55 a 58 mila tonnellate.

fonte: Ismea

Agrinotizie


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