Cereali, l’Europa aumenta le esportazioni

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L\'UE sta sfruttando la svalutazione dell\'euro e le difficoltà di Usa, Canada e Australia

di Sergio Pitzalis

Al momento tutte le cause dell’aumento dei prezzi a termine dei cereali sui mercati internazionali sono imputabili alle non buone condizioni climatiche negli Usa, in Australia e in Russia. Il clima troppo piovoso e freddo in Russia si contrappone all’eccessiva siccità degli stati americani, così come le notizie di un raccolto sotto le attese nelle aree del sud dell’Australia.

Discorso leggermente diverso deve essere fatto per la soia: qui il prezzo a termine sconta una crescita elevata in un intervallo troppo ristretto. È evidente come la parte speculativa del mercato stia condizionando il prezzo dei semi di soia sulle principali borse merci.

Mercato internazionale

Frumento

La notizia della settimana è senza dubbio quella proveniente da uno dei maggiori produttori di cereali e soia della Russia. La Black Earth Farming, una delle più grandi aziende produttrici di grano russo, ammette, in modo molto velato, una possibile riduzione dei suoi raccolti di circa il 10% rispetto allo scorso anno a causa del clima troppo rigido che può creare difficoltà al frumento appena piantato.

L’aumento di prenotazioni sul nuovo raccolto verso gli Stati Uniti da parte di paesi di solito acquirenti della Russia sta facendo la differenza sui prezzi a termine in questo momento.

Mais

Intanto il granoturco sembra vivere una stagione indipendente dagli altri mercati cerealicoli. Qui non si registrano problemi particolari; i prezzi a termine continuano la loro lenta corsa al rialzo ma senza segni di nervosismo particolari. Dagli ultimi dati ufficiali, l’Usda (il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti) ha confermato un impegno inferiore degli agricoltori americani per il prossimo anno: si parla di circa 88.331 ettari destinati al mais contro i 90 mila di quest’anno.

Inoltre ci sono voci di possibili problemi climatici soprattutto in certe zone dell’Argentina e parte del Brasile. Si attendono da domani delle precipitazioni che potrebbero risollevare i raccolti in tali realtà.

Semi di soia

Dicevamo di come il prezzo della soia, sul mercato di Chicago, risenta in modo evidente di una speculazione diretta da parte dei soggetti finanziari. La crescita del prezzo a termine, avvenuta in modo troppo repentino e in un intervallo ristretto, mostra tutta la fragilità della sua corsa, con il rischio d’improvvise prese di beneficio capaci di far scendere il prezzo in modo altrettanto veloce.

Intanto gli analisti del settore s’interrogano sulle effettive condizioni dei mercati della soia, per capire se ci sono alla base quei presupposti, sui mercati cash, tali da giustificare un simile rialzo.

Mercato europeo

Secondo le agenzie francesi Stratégie Grains e France Agrimer, le esportazioni di frumento per l’area euro sono viste in aumento. Il tutto grazie a prospettive positive da parte di agricoltori tedeschi e polacchi. Le prime indicazioni parlano di un aumento delle esportazioni di grano tenero di 1,6 milioni di tonnellate, arrivando così al complessivo dato di 26,8 milioni per la stagione 2014/2015.

Il record delle esportazioni europee rimane quello del raccolto 2012/2013, dove si sono raggiunti i 29 milioni di tonnellate esportate.

Sul dato in netto miglioramento delle esportazioni, senza dubbio pesano le ultime gare vinte dalla Francia con la Gasc egiziana (vedi notizia precedente), i cui quantitativi sono da primo importatore al mondo di grano tenero.

Anche secondo Stratégie Grains tra i paesi europei è la Germania, dopo la Francia, a candidarsi come uno dei primi produttori ed esportatori di grano tenero per la stagione in corso.

Molti analisti iniziano a guardare la produzione europea di cereali, e quindi anche di grano duro, in modo molto interessante, specie se si confermassero le difficoltà preventivate su alcuni paesi leader come il Canada, l’Australia e l’Ucraina. Staremo a vedere gli sviluppi nel corso delle prossime settimane.

Intanto, anche da fonti ufficiali dell’Ue giungono notizie di un buon inizio di stagione 2014/2015 per le esportazioni di grano. Si parla già di un quantitativo prenotato di 10 milioni di tonnellate. Diversi analisti vedono una crescita sulle esportazioni aiutata dalle ultime mosse ribassiste della nostra moneta, un fatto che aiuta i nostri agricoltori a essere più competitivi sui mercati internazionali. Senza dubbio un euro debole è sempre un evento positivo per le nostre aziende, se non fosse che, anche nel settore agricolo, il paese che risente positivamente di tale circostanza rimane la Germania, pronta a sfruttare anche quest’occasione di possibile debolezza dei paesi extraeuropei.

In ogni caso, rimangono due i punti cruciali da cui partire per la nuova stagione: il primo è quello di attendere quale tipo di grano e a quale prezzo sarà offerto da paesi come Brasile, Argentina e Australia; il secondo punto sarà di capire quanto grano francese dovrà essere destinato alla macinazione per uso bestiame a causa della scarsa qualità del prodotto di quest’anno.

Da gennaio prossimo, con il via definitivo del nuovo raccolto, sarà possibile entrare nel dettaglio previsionale anche sui nostri prodotti; un primo studio potrà dare indicazioni di lungo termine utili sia ai nostri operatori agricoli sia ai commerciali del settore.

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Sergio Pitzalis è titolare della Gsa (Gann Systems Analysis), che da oltre 10 anni opera sui mercati finanziari e sulle principali borse merci internazionali per offrire un supporto alle aziende agricole. Ogni lunedì cura su Agrinotizie una rubrica in cui analizza il mercato internazionale e italiano dei cereali. Pitzalis offre inoltre delle analisi approfondite sulle tendenze internazionali del mercato dei cereali. Clicca qui per maggiori informazioni o scrivici per contattare Sergio Pitzalis.

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