Agricoltura, il mais continua a stupire
di Sergio Pitzalis
Da oggi riprendiamo la consueta rubrica settimanale dopo la pausa estiva. Diciamo subito che i prezzi dei prodotti agricoli scambiati sulle borse merci internazionali non hanno subito variazioni sostanziali rispetto a inizio mese. La disputa tra Russia e Ucraina rimane comunque in primo piano. Importante porre l’accento, invece, come i prezzi a termine dei prodotti cerealicoli americani abbiano rispettato le attese: un minimo era previsto a luglio con il conseguente inizio di una fase laterale nei mesi successivi.
Mercato internazionale
Come dicevamo, i prezzi dei cereali Usa pare abbiano trovato una zona adeguata alle circostanze del momento, pur rimanendo un certo nervosismo per quanto sta accadendo tra Mosca e Kiev. Quanto meno, adesso la situazione internazionale è ben definita: da un lato si continua ad avere una produzione mondiale di grano, mais e soia a livello record, ogni bollettino periodico non fa altro che confermare come in quasi tutti i paesi produttori non vi sono stati problemi legati al clima e alla salute dei raccolti. Dall’altro lato, la questione militare tra i due maggiori esportatori di cereali e soia alimenta uno stato di attenzione particolare, anche se, fino a oggi, non si sono registrati problemi sugli scambi commerciali.
Se vogliamo entrare ancora più nel dettaglio, vediamo come in alcune zone degli Stati Uniti vi sia una preoccupazione crescente sulla qualità dei loro raccolti. Le eccessive piogge hanno favorito la crescita di alcune micro-tossine in zone come il Nord Dakota. La troppa umidità sta mettendo a rischio parte della qualità finale dei prodotti, anche se è la stessa USDA (il Dipartimento agricoltura degli Stati Uniti), insieme ad altri organismi simili, a ritenere perfettamente allineate ai livelli dello scorso anno la qualità di grano che sta uscendo dai raccolti 2014/2015.
Chi invece continua a stupire positivamente è il mais. La produzione in Usa raggiunge il record registrato ben 27 anni fa. La sua condizione è in pratica perfetta, almeno dal punto di vista della maturazione. L’ultimo, solo in ordine di tempo, è stato il report dell’International Grains Council (Igc) con una previsione sulle scorte di mais nel mondo in netto miglioramento specie in Brasile, Europa e Ucraina. L’Igc conferma un aumento di 3 milioni di tonnellate sul totale delle scorte di mais per il 2014/2015. La stima dell’Igc è superiore anche alle previsioni della Usda, arrivando a una produzione complessiva di più alta di 4 milioni di tonnellate. Tutto l’emisfero Nord ha potuto beneficiare di ottime condizioni climatiche nel mese di agosto, compresi Stati Uniti, Unione Europea e Ucraina.
In ogni modo, anche secondo l’Igc i prezzi dei cereali e soia dei prodotti americani si sono fermati per due fattori primari: il conflitto ucraino e la bassa qualità dei prodotti che può essere la sorpresa finale, pur rimanendo in un contesto di produzione record a livello mondiale. Per il momento, sia l’una sia l’altra questione hanno inciso in modo ridotto sui prezzi, e così lo sarà per i mesi successivi, anche se un minimo finale sembra ormai testato.
Mercato europeo
Anche tutto il mercato cerealicolo europeo guarda con attenzione al conflitto russo, e i vari eventi pesano direttamente sui prezzi a termine della borsa francese e delle altre borse merci europee. Inoltre, la Francia rimane ancora in attesa di notizie sulla qualità dei loro prodotti. Qui l’allarme era stato lanciato già nel mese di luglio, con una crescente preoccupazione per una qualità del grano tenero danneggiato dalla troppa umidità avuta nei mesi precedenti. Nello specifico, il prezzo del Milling Wheat francese si è attestato sui 173 euro/tonnellata, che al momento rappresenta il supporto primario in grado di resistere alla pressione ribassista dei mercati.
Lo scontro tra Ucraina e Russia pesa direttamente sui nostri prezzi, poiché è l’Europa a essere chiamata in gioco per prima proprio dal governo ucraino e dal resto dei paesi occidentali. Per questo è stato deliberato un accordo con Kiev sulla possibilità di importare loro prodotti senza i consueti dazi doganali, anche se per quantità prestabilite. In quest’ultimo periodo si parla di autorizzazioni per l’importazione di grano ucraino senza dazio doganale pari a 164 mila tonnellate. Tra l’altro, con tale quantitativo si raggiunge il massimo consentito dall’accordo tra UE e Ucraina. In altre circostanze, un conflitto così delicato tra produttori di grano di prima grandezza avrebbe provocato ben altre conseguenze sui prezzi internazionali di grano e mais, specie se i raccolti non fossero stati così abbondanti in tutto il mondo.
Bruxelles intanto conferma di avere concesso esportazioni di grano tenero per 653 mila tonnellate nella scorsa settimana, portando così le esportazioni complessive del 2014/2015 a un totale stagionale pari a 3,8 milioni di tonnellate. Sempre Bruxelles concede esportazioni di 122 mila tonnellate di orzo, portando il totale a 1,5 milioni di tonnellate.
Continua anche il rilevamento dei prezzi all’origine. Sui due report settimanali abbiamo analizzato il prezzo medio dei nostri principali prodotti: grano tenero e duro, il suo future Agrex, il granoturco Ibrido Nazionale e i semi oleosi nazionali. In particolare ci stiamo concentrando sugli effetti delle variazioni dei prezzi internazionali dei semi oleosi e dei suoi derivati. Una prima stesura mostra come la tendenza dei prezzi della soia Usa interferisca direttamente con la media della nostra soia nazionale scambiata sulle principali borse merci italiane. Per saperne di più, clicca qui.
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Sergio Pitzalis è titolare della Gsa (Gann Systems Analysis), che da oltre 10 anni opera sui mercati finanziari e sulle principali borse merci internazionali per offrire un supporto alle aziende agricole. Ogni lunedì cura su Agrinotizie una rubrica in cui analizza il mercato internazionale e italiano dei cereali. Pitzalis offre inoltre delle analisi approfondite sulle tendenze internazionali del mercato dei cereali. Clicca qui per maggiori informazioni o scrivici per contattare Sergio Pitzalis.