Frumento: intervenire sulla foglia bandiera

Frumento: intervenire sulla foglia bandiera - Immagine
Un\'azione importante per il proprio aumento produttivo. Ma occorre utilizzare adeguate trattrici e botti diserbo.

di Patrizio Spadanuda

In un contesto cerealicolo, la difesa contro le avversità di natura fungina è di spiccata rilevanza. Al giorno d’oggi, vista l’incertezza dei mercati e la volatilità dei prezzi, occorre saper gestire con criterio tutti gli imput e massimizzare le rese al fine di restare all’interno della marginalità economica. Nel nostro caso, intervenire nell’opportuna epoca garantisce alla coltura una adeguata protezione dalle avversità, da cui consegue il mantenimento di un’elevata capacità fotosintetizzante, ovvero il preludio per elevate produzioni con determinati standard qualitativi.

La foglia del frumento: caratteristiche

Prima di arrivare a delineare l’importanza che rivestono le foglie del frumento, è bene fare un sunto sulle caratteristiche morfologiche. Anzitutto le foglie, il cui numero varia tra 5 e 8, sono inserite sui nodi del culmo con una disposizione alternata. Ciascuna di essa è costituita da una guaina inserita sul nodo, la quale avvolge completamente il culmo, e da un lamina la cui forma risulta essere lineare-lanceolata appuntita con nervature parallelinervie. Nella congiunzione tra le due parti, all’interno della guaina, è presente in maniera ben sviluppata e con margine frastagliato la ligula, mentre agli estremi sono presenti in maniera evidente le auricole provviste di peli sottili.

La funzione importante che riveste la foglia è quella di produrre energia mediante il processo fotosintetico. Tale processo si realizza tramite la presenza dei cloroplasti, i quali all’interno contengono dei particolari pigmenti verdi fotosensibili in grado di assorbire la luce solare. Nel processo di fotosintesi l’ottenimento di glucosio, oltre all’ossigeno, si ha mediante un processo biochimico attraverso il quale gli organi verdi della pianta producono energia partendo da acqua, anidride carbonica e luce.

Importanza della foglia bandiera: trattarla o no?

Nell’ambito della coltivazione di frumento duro, molto spesso tra gli agricoltori evince una situazione di apparente dilemma per quanto riguarda il trattare o meno la coltura di frumento allo stadio di foglia bandiera.

Anzitutto, in tale stadio, il frumento è nella fase di emissione dell’infiorescenza dalla guaina dell’ultima foglia (botticella) per dare origine alla fase di spigatura, mentre la foglia apicale risulta essere ben distesa e formata. L’importanza della foglia terminale è da ricercare nel fatto che essa contribuisce in maniera significativa alla formazione della produzione: si stima infatti che possa incidere per una quota del 30-50%, mentre alcune prove affermano che possa apportare un incremento fino a 10 qli/Ha. Produzione/foglia bandiera è un binomio imprescindibile: tanto più è attiva la massa vegetativa, tanto maggiore risulta essere la produzione. Quest’ultima dipende dal fatto che le sostante che vengono trasferite e “stoccate” nelle cariossidi siano sintetizzate dalle foglie, e in particolare proprio da quella apicale. La foglia terminale è un crocevia determinante, che può incidere in maniera influente l’esito di una intera annata agraria. Sarà compito di chi opera in pieno campo seguire la coltura e intervenire nel momento ottimale, seguendo i consigli seguenti, in maniera tale da preservare quest’ultima parte di vegetazione da agenti fungini che ridurrebbero in maniera sensibile l’efficienza fogliare, e dunque la sua capacità fotosintetizzante.

Epoca di intervento

L’epoca di intervento durante la quale collocare il trattamento è alla completa emissione della foglia apicale. Questo intervento tuttavia non può ritenersi come l’unica azione di difesa fitosanitaria. La difesa della coltura deve essere garantita durante tutto l’arco del ciclo biologico, che inizia già dalla semina.

Il primo accorgimento è quello di impiegare semente conciata, che garantisce alla coltura nei primi stadi di sviluppo la protezione da stress idrico/termico e contro avversità come il mal del piede.

Negli stadi successivi, oltre al già citato intervento della foglia bandiera, possono essere previsti altri due interventi. Il primo è in fase di levata/botticella contro le avversità di ruggine gialla, oidio e septoriosi, e viene effettuato solo al raggiungimento di una soglia di intervento tale da renderlo “economico”. Il secondo può invece verificarsi all’inizio dell’antesi per il controllo della fusariosi della spiga e attacchi tardivi di ruggine; tuttavia questo intervento viene effettuato di rado, in quanto, per via delle normali condizione termiche, il proliferare di tali avversità risulta essere limitato, come limitati risultano essere i danni di cali di produzione.

Vogliamo ricordare che la difesa chimica va affiancata a un’agricoltura responsabile con buone pratiche agronomiche. Bisogna infatti evitare tutti quegli aspetti quali facilitano il proliferare dei funghi; e con questo ci riferiamo a saper valutare e gestire i seguenti aspetti:

  • corretta densità di semina, evitando semine fitte quali causano microclimi che facilitano il prosperare dei funghi;
  • adeguata preparazione del terreno con un’efficace gestione dello sgrondo dell’acqua che evita la formazione di zone di ristagno, le quali causano l’insorgenza di funghi, marciumi e asfisia radicale;
  • impiego di sementi resistenti;
  • concimazione azotata equilibrata: gli eccessi favoriscono l’allettamento della coltura e una minore resistenza alle malattie;
  • rotazione delle colture evitando il ristoppio o ringrano, in primo luogo perchè si registrano rese inferiori, inoltre perché avremo una maggiore incidenza di malattie fungine.

Meccanismo d’azione

Il meccanismo di azione, indipendentemente dalla casa produttrice con la relativa linea di prodotti, è quello di inibizione della attività del fungo. La molecola attiva, costituente il principio attivo del prodotto, esercita un’azione di contrasto e alterazione della crescita del fungo: infatti si verifica un’inibizione dell’attività enzimatica del fungo, da cui consegue un arresto di crescita e sviluppo del micelio fungino.

L’azione esplicata dalla molecola è tuttavia preventiva e curativa. Preventiva in quanto la germinazione del fungo è ostacolata, infatti l’ifa presenta dei rigonfiamenti e alterazioni, e dunque viene meno la sua capacità di penetrazione. L’azione curativa si evince da ramificazione irregolari e meno dense.

Vantaggi economici

Il vantaggio economico dell’intervento sulla foglia bandiera risiede nell’aumento delle produzioni. Incrementi di granella prodotta, stimati fino a 10 qli/Ha, consentono ampiamente di economizzare gli imput forniti, ovvero il costo prodotto e della sua distribuzione. Ma il vantaggio dell’incremento quantitativo non è l’unico: a esso va infatti ad aggiungersi l’innalzamento della qualità delle cariossidi, che si traduce in un elevato indice proteico e in qualità molitorie che consentono di ottenere una quotazione di mercato superiore.

Il trattamento tuttavia richiede un certo grado di moderna meccanizzazione, infatti è bene utilizzare adeguate trattrici e botti diserbo, trainate o portate, con una buona lunghezza della barra di distribuzione. Tali accorgimenti servono a limitare il calpestio della coltura e quindi perdite di produzione.

Focus

Al trattamento fungicida a foglia bandiera può essere eseguito unitamente la somministrazione di concime fogliare. L’importanza di tale trattamento è da ricercare nei vantaggi di cui la coltura beneficia. Esso infatti esercita un’azione biostimolante, antistress e di prevenzione delle fisiopatie; agisce positivamente la fioritura aumentandone l’allegagione, facilita la migrazione dei carboidrati a livello della cariosside aumentandone il contenuto in glutine, migliora il processo fotosintetico, ritarda la senescenza della foglia prolungando il periodo di riempimento della granella.

Conclusione

Il vantaggio produttivo che si verifica preservando la foglia apicale è l’ultimo aspetto determinante in una annata colturale. I vantaggi produttivi citati in questa sede stanno in piedi se a un efficace controllo delle entità fungine si legano tutti gli altri aspetti, come ad esempio adeguate lavorazioni e piano di concimazione. Solo attraverso un’adeguata sinergia di tutti i fattori produttivi, unita a un andamento stagionale favorevole, è possibile ottenere le produzioni attese, le quali consentiranno al netto degli imput forniti di remunerare l’agricoltore.

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L’AUTORE: Patrizio Spadanuda è perito e ricercatore agrario.

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