Mercato cereali in tensione per crisi ucraina

Mercato cereali in tensione per crisi ucraina - Immagine
Uno scontro nel paese farebbe saltare gli importanti accordi già contrattualizzati, costringendo gli acquirenti a rivolgersi a Usa ed Europa

di Sergio Pitzalis

La crisi ucraina è ancora in primo piano e non si smorza la tensione sui mercati dei cereali. L’Ucraina, essendo tra i maggiori esportatori di prodotti agricoli, determina una volatilità crescente sui prezzi delle principali borse merci. Molti operatori si chiedono se ci saranno conseguenze sulle consegne di marzo.

Intanto, le soft commodities come il caffè, il cacao e lo zucchero risentono di una condizione d’ipercomprato, con un prezzo salito troppo in fretta e quindi sbilanciato rispetto al tempo.

Mercato internazionale

Come dicevamo sopra, è ancora la crisi ucraina al centro dell’attenzione dei mercati. Uno scontro nel paese avrebbe non poche conseguenze di tipo logistico, facendo saltare gli accordi già contrattualizzati con i paesi acquirenti. Da tali eventi, si evince la volatilità di questi ultimi giorni sui prodotti agricoli statunitensi ed europei. La mancata consegna di cereali e soia da parte dell’Ucraina desta molta preoccupazione: trattandosi poi di quantità importanti, molti acquirenti si vedrebbero costretti a tornare sui mercati agricoli statunitensi ed europei. Negli Usa, poi, ci sono già preoccupazioni legate al clima ancora troppo rigido e con poco manto nevoso. Se ci sommiamo anche possibili richieste aggiuntive di grani e soia, allora ecco che i prezzi saranno destinati a crescere ulteriormente.

Intanto l’agenzia americana EPA sta per annunciare nei prossimi giorni un impiego maggiore di mais per la produzione di etanolo da autotrazione. La quantità di granoturco impiegato come additivo alla benzina negli Stati Uniti potrà aumentare di circa 0,4%, pari a una richiesta aggiuntiva di mais di circa 5 miliardi di bushel del raccolto 2013/2014.

Infine, appare delicata la situazione per i semi oleosi. Qui il principale problema è rappresentato dalla Cina. Il focolaio d’influenza aviaria si sta allargando sempre più. Un fronte che potrebbe causare un calo dei consumi di pollame e quindi una notevole diminuzione di domanda di prodotti mangimistici. Per questo le richieste di soia già firmate sono in parte a rischio. In realtà tutti attendevano una rinuncia alle importazioni di soia ormai da qualche tempo; cosa stranamente non ancora accaduta. Secondo il Dipartimento dell’agricoltura statunitense, negli Usa non ci sono, al momento, quantitativi sufficienti di soia per rispettare contemporaneamente la domanda interna e internazionale.

Mercato europeo

È stata ancora una volta la Russia a dominare la scena internazionale. L’ultima gara di grano tenero emessa dall’Egitto è andata a favore proprio della Russia. L’offerta da parte russa è stata la più competitiva tra tutte quelle pervenute, superando nettamente le offerte di Francia e Usa. Un dato su tutti: la migliore offerta francese era più alta di circa 8 euro la tonnellata rispetto a quella russa. Non solo il grano russo s’impone sul mercato europeo, ma dalle ultime dichiarazioni ufficiali, si evince come le attese sui nuovi dati sulle esportazioni siano in forte crescita, con un incremento di circa 1,3 milioni di tonnellate. Se poi consideriamo la svalutazione del rublo, ecco che la competitività sui mercati internazionali diventa considerevole rispetto alle offerte di Francia, Stati Uniti e America del sud.

Inoltre l’agenzia APK dichiara che il 70% dei cereali invernali nella regione settentrionale ucraina è da considerare in buone condizioni, con il restante 30% soddisfacente. Anche l’orzo primaverile è stato piantato nella regione della Crimea, nonostante tutti i problemi, mentre l’82% del grano invernale appare in buono stato e soddisfacente, e tutto questo nonostante le note difficoltà del momento.

Mercato italiano

Sul fronte interno, è ancora fermo il prezzo del nostro grano tenero tipo n° 4 – buono mercantile – p.s. 76/77 kg/hl, c.e. 2%. Alla Borsa Merci di Bologna, in quest’ultima settimana il prezzo per tonnellata non è stato scambiato, rimanendo fermo tra 201 e 206 euro la tonnellata.

Stabile il grano duro sulle principali borse italiane:

  • Borsa merci di Bologna. L’oscillazione settimanale è ferma tra 253 e 257 euro/tonnellata per la qualità Nord – Buono Mercantile – rinfusa partenza p.s.76/77 kg/hl,c.e.1,5+1,5%, bianc.50/60%, volp.12%, prot. 12% (produzione nazionale 2013).
  • Borsa merci di Foggia. L’oscillazione settimanale è stata tra 265 a 270 euro/tonnellata per la qualità Buono Mercantile (peso min. Kg. 78 per hl; umidità 12%; spezzati max 6%; farinosi 1-2%; bianconati dal 26% al 35%; nulli 0,50%; volpati, max 4%); contenuto proteico min. 11,5%.
  • Borsa di Milano (contratto consegna marzo 2014). L’ultimo prezzo trattato è stato di 263 euro per contratto. Trattasi del nuovo strumento a termine sul grano duro, emesso dalla borsa di Milano ma con volumi ancora non sufficienti per decretarne una propria autonomia.

– – –

Sergio Pitzalis è titolare della Gsa (Gann Systems Analysis), che da oltre 10 anni opera sui mercati finanziari e sulle principali borse merci internazionali per offrire un supporto alle aziende agricole. Ogni lunedì cura su Agrinotizie una rubrica in cui analizza il mercato internazionale e italiano dei cereali. Pitzalis offre inoltre delle analisi approfondite sulle tendenze internazionali del mercato dei cereali. Clicca qui per maggiori informazioni o scrivici per contattare Sergio Pitzalis.

Agrinotizie


Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *


Chi siamo

Agrinotizie.com è un portale di informazione gratuita dedicato al settore dell’agricoltura, nato nel 2010 come servizio per le imprese agricole e gli operatori del settore.


0549 902240

INVIA UNA MAIL


Seguici su Facebook



Newsletter