Cereali, momento ideale per coperture finanziarie

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La condizione dei mercati internazionali fa suggerire agli analisti di compiere coperture finanziarie sui raccolti in funzione dell\'aumento dei prezzi cereali per il prossimo anno.

di Sergio Pitzalis

Per il mercato cereali, questa settimana è stata caratterizzata dall’uscita dei dati Wasde da parte del Dipartimento dell’agricoltura Usa. Dati che ci aggiornano di come stanno andando la domanda e l’offerta internazionali di cereali e semi di soia.

Al di là dei vari commenti susseguitesi da parte degli analisti, tutti già scontati dai mercati, non ci sono state novità di rilievo per il frumento tenero e duro. La tendenza per il grano Usa rimane ribassista fino a tutto novembre. Come dicevamo la scorsa settimana, le condizioni cicliche stagionali presenti e l’attuale configurazione grafica del wheat presuppongono la possibilità di una discesa sotto il minimo attuale, aprendo la strada a supporti inferiori già per fine anno.

Vediamo adesso quali sono state le novità della settimana sul mercato fisico europeo. La pressione ribassista caratterizzata dal Wasde di giovedì pesa sui prezzi a termine anche dei future europei. In ogni modo, sta per concludersi la raccolta di grano nel Regno Unito: siamo adesso già al 95% e con una resa di circa 7,6-7,7 la tonnellata per ettaro.

Intanto i francesi di Stratégie Grain vedono al rialzo le loro previsioni per il grano prodotto in Ue-28: le stime sono per un aumento di 1,3 milioni di tonnellate rispetto al mese scorso, arrivando così a 135,5 milioni di tonnellate complessive, pari a un incremento dell’8% rispetto allo scorso anno.

Un dato importante proviene dalla Russia, la quale sembra voler favorire, a titolo di risarcimento danni, i propri agricoltori, mettendo a disposizione una cifra complessiva pari a circa 300 milioni di euro.

Diamo uno sguardo adesso al prezzo del nostro grano tenero tipo n° 1 – speciali di forza (p.s. 79/80 kg/hl, c.e. 1%, prot. 13%) scambiato alla Borsa merci di Bologna: in quest’ultima settimana il prezzo per tonnellata è leggermente aumentato. L’oscillazione settimanale è stata tra 226 e 230 euro/tonnellata. Per il grano duro invece non ci sono movimenti di rilievo:

  • Borsa merci di Bologna: L’oscillazione settimanale è stata tra 277 e 282 euro/tonnellata per la qualità Nord – Fino – rinfusa partenza (p.s. 79/80 kg/hl, c.e. 1+1%, bianc. 30/35%, volp.10%, prot. 12,5%).
  • Borsa merci di Foggia: L’oscillazione settimanale è stata tra 267 a 272 euro/tonnellata per la qualità Fino (peso Kg 80 per hl; umidità 12%, spezzati max 6%; farinosi 1%, bianconati fino al 25%; nulli 0,50%,).
  • Borsa Milano (Contratto consegna dicembre 2013): L’ultimo prezzo trattato è stato di 269 euro per contratto. Trattasi del nuovo strumento a termine sul grano duro, emesso dalla borsa di Milano ma con volumi ancora non sufficienti per decretarne una propria autonomia.

Infine, vediamo alcuni dei principali avvenimenti della settimana sul mercato cereali Usa. Se sul wheat statunitense i giochi per quest’anno sono fatti, la partita più delicata adesso si sposta sul mais e soprattutto sulla soia americana. I dati di giovedì hanno confermato un incremento sul mais Usa sia in termini quantitativi sia di resa per acro; aumento però compensato dalle parziali riduzioni sui raccolti di Argentina, Europa, Canada e Serbia.

La questione più delicata riguarda però le previsioni sulla soia americana. Sono molti gli analisti che nutrono dubbi sul dato uscito giovedì dal dipartimento Usa. Pur rimanendo in linea con le previsioni in termini di produzione e resa per acro, le scorte finali sono state viste in calo per il secondo mese consecutivo, facendo innalzare subito i prezzi a termine alla borsa merci di Chicago. Il dato di giovedì parla di una riduzione di scorte di soia dai 165 milioni di bushel iniziali agli attuali 135 milioni di bushel. Il problema è che questo calo della soia negli Stati Uniti è coinciso con le notizie di un possibile raccolto record di soia in Brasile; dettaglio questo non sfuggito a molti analisti internazionali. Le voci di un superamento della produzione di soia da parte del Brasile nei confronti degli Usa sono adesso più plausibili, e ciò preoccupa non poco gli agricoltori americani. La sensazione è di voler mantenere il prezzo della soia più alto possibile, facilitando proprio gli agricoltori americani, considerato poi come quest’anno sia stato particolarmente negativo per i produttori di grano e mais.

Per il momento la partita rimane aperta: lo scontro finale lo avremo tra febbraio e marzo, quando la soia in Brasile entrerà nella sua fase finale di maturazione. Per i nostri agricoltori, la condizione che si sta profilando è particolarmente adatta per compiere delle coperture finanziarie sui propri raccolti in funzione di un eventuale aumento dei prezzi internazionali tra marzo e giugno del prossimo anno.

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Sergio Pitzalis è titolare della Gsa (Gann Systems Analysis), che da oltre 10 anni opera sui mercati finanziari e sulle principali borse merci internazionali per offrire un supporto alle aziende agricole. Ogni lunedì cura su Agrinotizie una rubrica in cui analizza il mercato internazionale e italiano dei cereali. Pitzalis offre inoltre delle analisi approfondite sulle tendenze internazionali del mercato dei cereali. Clicca qui per maggiori informazioni o scrivici per contattare Sergio Pitzalis.

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