‘Ogm, ricostruire fiducia tra agricoltori e politica’
Legalità, innovazione, libertà di scelta: ricostruire un patto di fiducia tra agricoltori e politica sulle macerie di dieci anni di scelte scellerate e illegittime
Pordenone, 20 giugno 2013
Per oltre 10 anni la politica italiana non ha voluto affrontare seriamente il tema degli Ogm in agricoltura e adesso cerca di metterci una pezza invocando una clausola di salvaguardia illegittima e priva di qualsiasi fondamento scientifico. La legge dà ragione agli agricoltori che vogliono seminare, e non è più possibile impedirglielo.
Le responsabilità di questa situazione sono sotto gli occhi di tutti. Per anni la Conferenza Stato-Regioni si è sistematicamente rifiutata di varare le norme regolamentari che avrebbero consentito di affrontare serenamente la questione e oggi le sentenze hanno chiarito che anche senza queste norme coltivare Ogm è possibile. Per anni il Ministero dell’agricoltura ha preteso il rilascio di un’autorizzazione alla coltivazione che Futuragra ha sempre denunciato come illegittima, e anche su questo la giustizia si è pronunciata e le ha dato ragione.
Si è deliberatamente lasciata morire la ricerca italiana sulle biotecnologie in agricoltura e lasciato che altri Paesi beneficiassero delle scoperte dei nostri ricercatori. Agli ideologi dell’agricoltura bucolica e oscurantista non è bastato tagliare i finanziamenti, azzerare i progetti e diffondere una cultura del sospetto verso chi comunque ha cercato di occuparsi di Ogm. Hanno chiesto e ottenuto la distruzione fisica con le ruspe dei campi sperimentali dell’Università della Tuscia, finanziati dalla ricerca pubblica. Il diritto è stato calpestato senza riguardo facendo appello a ogni forma di cavillo burocratico, senza la minima considerazione della legislazione europea, dei pareri dell’Efsa, dei risultati della ricerca scientifica in campo e del parere degli scienziati.
In nome di un’ideologia che vede nell’innovazione in agricoltura solo una minaccia e che predica il ritorno a un modo di produrre anacronistico e non sostenibile, gli agricoltori italiani sono stati costretti ad affrontare una crisi epocale senza poter accedere alle biotecnologie consentendo loro di competere a pari condizioni con i produttori degli altri Paesi.
La filiera agroalimentare italiana, fiore all’occhiello del made in Italy nel mondo, si è guardata bene dal chiarire la realtà dei fatti ai consumatori e contribuire così a uscire dal clima di terrorismo mediatico nel quale gli italiani sono immersi. Senza l’importazione di prodotti Ogm dall’estero come soia e mais, la produzione del tipico si fermerebbe in pochi giorni.
Oggi è arrivato il momento di chiudere una stagione e di aprirne una nuova, lasciandosi dietro forme ideologiche medievali e condizionamenti anacronistici. Futuragra chiede al governo di assumere in modo responsabile e nel rispetto delle leggi e degli impegni europei la guida di un processo che riporti un clima di fiducia tra agricoltori, consumatori e ricerca per mettere al primo posto il tema dell’innovazione biotecnologica in agricoltura, senza la quale gli imprenditori agricoli saranno costretti a chiudere e andare a produrre all’estero, dove esiste la libertà di impresa e di scelta.
Per informazioni e adesioni:
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fonte: Futuragra