Maltempo, agricoltura in crisi al nord Italia

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Un bollettino sulle conseguenze delle straordinarie precipitazioni primaverili

Le eccessive precipitazioni stanno compromettendo le coltivazioni in tutta Italia. Dal mese di gennaio a oggi, nel solo nord del paese, è caduto il doppio della pioggia rispetto allo stesso periodo del 2012, con 50 giorni di maltempo in più. A causa dei nubifragi i lavori nei campi sono fermi, e lo stato vegetativo delle colture è mediamente in ritardo di un mese.

Le campagne sono allagate in tutto il nord Italia, con il fango e l’acqua che impediscono agli agricoltori di entrare nei campi con i trattori. A rischio sono tutti i primi raccolti delle foraggere, che hanno cominciato a marcire. Ma a subire gli effetti degli allagamenti e dell’asfissia dei terreni sono anche le colture orticole in pieno campo, in primis le fragole, i meloni e i tuberi. I violenti temporali e la grandine hanno inoltre danneggiato i frutteti già in fase di fioritura, tanto da far stimare alla Confederazione italiana agricoltori una perdita del 10% del prodotto a causa dell’abbassamento delle rese che è una conseguenza naturale delle piogge intense cadute in fase di prima fruttificazione.

La situazione più grave pare essere in Veneto (vedi foto Ansa Veneto), dove le precipitazioni non stanno dando tregua agli agricoltori, che non riescono nemmeno ad accedere ai fondi coltivati. Una situazione estremamente tragica in una regione che sta ancora facendo i conti con la siccità dell’estate 2012.

La giunta regionale del Veneto, riunitasi lo scorso 17 maggio, ha già deciso di chiedere lo stato di calamità naturale. Il governatore Luca Zaia ha stimato i danni in «parecchie centinaia di milioni di euro».

Questo il bollettino di Coldiretti in merito al maltempo in Veneto: «L’inizio della primavera è preoccupante per tutti gli operatori agricoli. Il grano soffre di attacchi fungini per la presenza massiccia di acqua, i prodotti orticoli a pieno campo o in serra sono allagati, la fioritura delle piante da frutto è dimezzata: la produzione di pesche, susine, albicocche sarà inferiore rispetto agli altri anni; e a rischio sono anche le ciliegie».

Ma anche le altre regioni del nord stanno facendo i conti con una situazione preoccupante. Decine di migliaia di ettari di terreno sono allagati, poiché non riescono più ad assorbire le straordinarie precipitazioni. In Piemonte le produzioni frutticole sono in estremo ritardo, e la fase di allegagione dei fiori è stata compromessa per almeno il 30% secondo Coldiretti.

In Lombardia sono previsti cali produttivi dal 30 al 35% per il pomodoro, perché in molti casi non si riesce a entrare nei campi per mettere a dimora le piantine, e danni dal 20 al 30% si contano anche per meloni e angurie del mantovano e del cremonese, per le mele della Valtellina e per mele e pere Igp del Mantovano.

In Emilia-Romagna l’eccesso di pioggia sta creando situazioni generalizzate di crisi, in quanto anche qui i terreni non hanno più capacità di assorbimento. Nelle province occidentali, soprattutto Piacenza, non è stato trapiantato il 70% del pomodoro, mentre è ferma la semina delle patate sia nel bolognese (patata Dop di Bologna), sia nel piacentino (patata tradizionale di Mareto). Nel ferrarese stop anche alla semina del riso, che non è andata oltre il 7% del totale degli ultimi anni.

Agrinotizie


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