Agricoltura penalizzata dai voucher Inps
Continuano le lamentele del settore agricolo nei confronti dei voucher Inps che, in seguito alle novità sul lavoro accessorio introdotte dalla riforma Fornero, continuano a penalizzare fortemente l’agricoltura.
La legge 92/2012 ha infatti fissato il taglio di compenso sul lavoro accessorio a un limite massimo di dieci euro, nonché una durata di non più di trenta giorni dall’acquisto dei buoni lavoro Inps prima che diventino inutilizzabili. Di conseguenza, per il lavoro agricolo risulta difficile usare tali buoni, sia a causa dell’introduzione di un tetto di 5000 euro per i compensi massimi percepibili in un anno, sia poiché i voucher in questione sono utilizzabili sono per le attività agricole stagionali e solo da under 25 o pensionati. Per gli studenti non universitari, poi, il lavoro accessorio è praticabile solo a scuole chiuse.
Tali limiti hanno portato numerosi imprenditori agricoli a evidenziare le notevoli criticità di questo sistema: per attività come la vendemmia o la potatura risulta preferibile applicare un contratto a tempo determinato rispetto ai buoni lavoro, visti i costi più contenuti. Inoltre, il limite temporale di trenta giorni è molto penalizzante perché, in caso di meteo sfavorevole, capita anche di restare senza lavorare per diverse settimane.
Sono dunque naturali le richieste degli imprenditori agricoli italiani, che chiedono maggiore flessibilità per i voicher Inps, che permettano ad esempio il loro utilizzo anche per i disoccupati o i neolaureati di 30 anni. Ai rappresentanti del settore non resta che sperare una seria riforma della materia da parte del prossimo governo.