Agricoltura ignorata, la furia delle associazioni
Confagricoltura e Cia l’hanno definita «l’ennesima assurda discriminazione contro gli agricoltori». Questa categoria, infatti, essendo perennemente esclusa dal tavolo di confronto tra governo e forze sociali, non ha potuto nemmeno prendere parte alla recente discussione sulla legge di stabilità, nonostante si tratti di un provvedimento fondamentale per l’intera economia italiana.
Le organizzazioni agricole hanno evidenziato elevati amarezza e disappunto per l’atteggiamento del governo Monti nei confronti del settore primario, il cui ruolo e valore vengono, purtroppo, continuamente ignorati. «Non è la prima volta – affermano Cia e Confagricoltura in una nota congiunta – che le organizzazioni agricole non fanno parte della concertazione avviata dal governo Monti. Tranne rare eccezioni, l’agricoltura è rimasta sempre fuori. Non riusciamo a capire il motivo della ‘porta sbarrata’ al settore primario, seppure rappresenti milioni di imprese e di lavoratori e che in questi mesi hanno dimostrato notevoli capacità di vitalità frenando la corsa al ribasso del Pil». Anche nei dati Istat riferiti al terzo trimestre del 2012, infatti, l’agricoltura rimane l’unico comparto economico col segno positivo (+1,1%).
Nello stigmatizzare il comportamento del governo, Confagricoltura e Cia ribadiscono l’importanza della concertazione, «che è lo strumento più idoneo per definire obiettivi condivisi e individuare strumenti e percorsi utili al loro raggiungimento. Un discorso che vale ancora di più quando questo metodo è allargato a tutte le altre componenti sociali del Paese. Rinnoviamo, quindi, l’invito a Palazzo Chigi: occorre ascoltare anche la voce degli agricoltori e delle loro imprese, che sono una realtà vera del sistema socio-economico italiano».