Cereali, mercato ancora debole e sofferente
di Sergio Pitzalis
Dal mercato internazionale iniziano ad arrivare le prime avvisaglie di un cambiamento di tendenza sui prezzi dei cereali e semi di soia che, come vedremo in seguito, si potrà concretizzare nel corso del prossimo semestre. Diversi analisti intravedono possibili miglioramenti sulle rese per acro proprio della soia; tanto da spingersi oltre i 122 bushels per acro previsti dal Dipartimento dell’agricoltura americana. A nostro avviso sarà proprio la soia la prima a risentirne positivamente, e questo non solo perché la Cina promette un raccolto ampiamente superiore alle attese, ma anche per il previsto aumento della superficie coltivabile in Brasile e Argentina. Tra l’altro, proprio sui semi di soia si era già espressa positivamente nell’ultimo rapporto la Usda alzando le proprie stime dell’ultimo raccolto.
Altre valutazioni, sempre positive, riguardano il grano, con la Russia pronta ad aumentarne le quantità esportabili, mentre l’Australia conferma un raccolto ai minimi degli ultimi anni. Mettendo insieme tutte queste notizie è possibile intravedere una prima fase di debolezza sul prezzo dei cereali, anche se sui mercati fisici il disagio al momento rimane, con il mais ancora in forte sofferenza rispetto al grano e alla soia. L’appuntamento ora è per giovedì 11, per l’uscita dei dati riguardanti la domanda interna Usa e internazionale di cereali e semi di soia.
Grano Tenero Naz. N.1 Spec. Forza: il riferimento del prezzo del nostro grano tenero sono le quotazioni della borsa merci di Bologna: venerdì scorso il prezzo era fermo a 275€/t. Per il mercato interno non bastano certamente questi primi segnali di turbolenza per influire sul prezzo. Di norma la dilazione tra i prezzi del grano Usa e il nostro frumento è di circa un mese. Ciò significa che con normali variazioni di prezzo sulla borsa di Chicago i riflessi sul nostro mercato sono visibili dopo circa venti/trenta giorni. Nei casi più particolari, con ribassi o rialzi consistenti, l’effetto può essere più breve. Discorso diverso è invece applicato al future sul Milling Wheat; il grano Francese reagisce sempre in modo immediato alle variazioni del wheat di Chicago. In ogni modo, con l’inizio del nuovo raccolto, è importante conoscere la tendenza, partendo dal prezzo medio del grano americano per sviluppare così un modello utile anche per i nostri prodotti.
Soia: dopo le attenzioni ricevute dal mais la scorsa settimana, adesso è la volta dei semi di soia. Il suo prezzo a livello internazionale è oggi sui 537€/t, contro i 510€/t della soia Ucraina. La nostra soia rimane in linea con questi prezzi attestandosi alla borsa di Bologna sui 520€/t. I campanelli d’allarme di un prezzo ancora troppo elevato rispetto al mercato fisico sono ormai evidenti. La Cina, il Brasile e l’Argentina sono pronti a fornire un supporto sempre maggiore di soia rispetto al deficit di quest’anno. Come vedremo nel corso delle prossime settimane, lo sviluppo di una possibile discesa dei prezzi seguirà un calendario ben preciso e non sarà casuale. Lo scostamento tra soia americana e soia italiana è lo stesso descritto per i cereali. Pertanto, attendiamo l’uscita dei dati da parte del Dipartimento dell’Agricoltura Americano nel corso di questa settimana.
Sergio Pitzalis è titolare della Gsa (Gann Systems Analysis), che da oltre 10 anni opera sui mercati finanziari e sulle principali borse merci internazionali per offrire un supporto alle aziende agricole. Scriveteci per contattare Sergio Pitzalis: provvederemo a girargli le vostre mail.