Agricoltura, il settore biologico si informatizza

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Da inizio mese avviato il Sistema Informativo Biologico

Si tratta di una novità disponibile dallo scorso 1° ottobre: il Sib (Sistema Informativo Biologico) è operativo nel nostro paese dall’inizio del mese per l’informatizzazione delle aziende biologiche. Il sistema va ad integrare le funzionalità del già esistente Sian (Sistema Informativo Agricolo Nazionale), utilizzandone anche le banche dati certificate e offrendo la possibilità alle imprese agroalimentari di avviare telematicamente l’iter amministrativo per il riconoscimento dello status di operatore biologico.

Grazie al nuovo sistema per il biologico, infatti, tutte le informazioni già contenute nel Fascicolo aziendale del Sian non dovranno più essere trascritte e inviate alle diverse amministrazioni e agli enti competenti, bensì saranno tutte più comodamente contenute nella nuova "notifica online" che le renderà automaticamente disponibili a tutti gli utenti del sistema.

Il percorso previsto dal progetto Sib prevede ancora altri passaggi: presto verrà infatti sviluppata l’integrazione a livello nazionale dei sistemi informativi che alcune regioni hanno sviluppato autonomamente proprio sul settore biologico. Tutte le informazioni relative all’informatizzazione di questo comparto sono disponibili a questo link del web del Sinab.

Soddisfatto il ministro dell’agricoltura Mario Catania, che commenta: «Il Sib, che abbiamo istituito e reso operativo utilizzando la struttura del Sian, ci consentirà di aumentare la trasparenza, rendere più efficiente il sistema di controllo per l’agricoltura biologica e ridurre il carico burocratico per gli operatori». Una strategia essenziale per un settore che, in Italia, fattura circa un miliardo e mezzo di euro all’anno.

Attualmente, si legge infatti nel rapporto "Bio, benessere garantito" di Aiab, Coldiretti e Legambiente distribuito in occasione della tredicesima edizione della Biodomenica, sono 1.096.889 gli ettari investiti nelle coltivazioni biologiche: la nostra penisola è al settimo posto nella classifica mondiale con il 3% circa della superficie complessiva coltivata a biologico, valutata sui 37 milioni di ettari. L’Italia è in cima alle classifiche anche come il principale produttore europeo, in termini di quantità e diversità delle produzioni, con ben 1.100.000 di ettari certificati. Gli operatori sono attualmente 48.269, in crescita dell’1,3% rispetto al 2010. La regione con maggiore presenza di aziende bio è la Sicilia seguita dalla Calabria, mentre per le aziende di trasformazione impegnate nel settore spiccano l’Emilia-Romagna, la Lombardia e il Veneto.

In aumento, sempre secondo lo stesso rapporto, sono anche i consumi: la spesa di prodotti biologici è aumentata dell’8,9% su base annua, in leggero rallentamento rispetto al tasso di crescita del 2010, ma in chiara controtendenza in confronto alla riduzione complessiva dei consumi di generi alimentari convenzionali.

Il cibo bio più consumato in termini di spesa rimane quello delle uova (+21,4%), seguito dai prodotti lattiero-caseari (+16,2%), da biscotti, dolciumi, snack (+16,1%) e da bevande analcoliche (+16%). Leggermente minore l’aumento per l’ortofrutta fresca e trasformata (+3,4%), che resta comunque la categoria principale tra i prodotti biologici consumati, raggiungendo un’incidenza sul totale pari a quasi un terzo in termini di valore.

Agrinotizie


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