Agricoltura, Ciolos: ‘Stop a modifiche alla Pac’

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Il commissario europeo all\'agricoltura nega la richiesta del ministro Catania di modificare la riforma a sostegno degli agricoltori a tempo pieno

Proseguono le notizie di incertezza sulla Politica agricola comune 2014-2020. Dopo che Paolo De Castro, presidente della commissione europea alle politiche agricole, ha annunciato un possibile slittamento di un anno (vedi notizia), martedì sulla questione è intervenuto il ministro italiano dell’agricoltura Mario Catania, tornando a chiedere una modifica della divisione del bilancio: «L’inevitabile riduzione delle risorse disponibili e il calo di redditività dell’agricoltura rendono necessaria una revisione dei principi di ripartizione dei fondi Ue della Politica agricola comune, che secondo il governo italiano dovranno in futuro essere riservati solo ai soggetti agricoli a tutto tondo, cioè a coloro che vivono di agricoltura a tempo pieno. Siamo alla vigilia della fase finale della trattativa per la riforma della Pac: si tratta di una fase molto delicata, e la nostra priorità è quella di assicurare agli agricoltori italiani il giusto ritorno in termini di sostegno economico».

Tuttavia, il commissario alle politiche agricole europee Dacian Ciolos (nella foto), oltre a dichiararsi «inquieto» sul bilancio comunitario della nuova Pac, ha subito chiuso la porta a Catania: «Come a ogni tappa decisiva delle discussioni sul bilancio Ue – ha detto Ciolos – sento nuovamente circolare idee pericolose. Alcuni restano dell’idea che la Pac abbia dei margini di manovra. Ma non ce ne sono più. Certi Stati membri vorrebbero blindare gli aiuti diretti agli agricoltori facendone dei veri e propri "santuari", e questo a danno dei contributi europei per il mondo rurale (cioè verso il miglioramento della qualità e delle strutture, nonché a tutela del territorio, dell’ambiente e del benessere degli animali, NdR), che al contrario pagherebbe il prezzo forte. Noi non vogliamo che i capi di Stato e di governo debbano scegliere tra il primo e il secondo pilastro della Pac (ovvero fra gli aiuti diretti ai produttori e il miglioramento dell’attività economica nelle campagne nel pieno rispetto del territorio, NdR): i due sono complementari, non funzionano l’uno senza l’altro. In definitiva, gli aiuti diretti agli agricoltori – circa l’80% del bilancio della Pac – resteranno al cuore del dispositivo dell’agricoltura europea, ma per mantenere una credibilità a medio e lungo termine, gli aiuti devono evolvere in modo coerente con le dinamiche economiche del settore agricolo».

Agrinotizie


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