Siccità, a rischio il 60% delle coltivazioni
«L’agricoltura italiana continua a fare la conta dei danni per colpa della siccità». Lo ha rilevato la Confederazione italiana agricoltori, che segnala una situazione che sempre più critica per molte colture di pregio del Paese. La siccità avanza, e dopo il nord sta colpendo fortemente anche il centro Italia, in particolare l’Umbria. «Le risorse idriche non sono sufficienti a coprire il fabbisogno d’acqua e le campagne sono le prime ad essere colpite dagli effetti disastrosi di questo caldo torrido – precisa la Cia – dove a subire le conseguenze peggiori sono soprattutto il mais, oltre ad altre coltivazioni estensive come soia, girasole e, anche se in misura minore, sorgo da granella. Problemi importanti si stanno registrando anche sulle orticole, in questo caso per effetto combinato alle elevate temperature di queste ultime settimane. C’è il concreto pericolo di perdere tra il 30 e il 60% della produzione. Questo quadro dimostra come sia necessario dare priorità alla rivisitazione e al potenziamento dei piani irrigui in essere».
Secondo il primo monitoraggio effettuato dalla Coldiretti in occasione dell’arrivo di Minosse, ammontano ad almeno 400 milioni di euro i danni provocati alle coltivazioni agricole dalla siccità che con il grande caldo provocato da tre anticicloni sta soffocando da oltre un mese l’Italia. Il mais è la coltura agricola più colpita, ma danni pesanti sono stimati anche per il pomodoro destinato alla trasformazione industriale per la produzione di passate, polpe e sughi con un crollo del 20% sulla produzione attesa, anche se la qualità resta buona. A soffrire per la mancanza di precipitazioni sono anche le verdure e la frutta per effetto della cosiddetta evapotraspirazione (la perdita di acqua dal terreno e dalle piante) che con le temperature bollenti ha raggiunto livelli che si registrano normalmente a fine luglio/agosto. Le coltivazioni infatti in questa fase stagionale si trovano in un momento critico di sviluppo e hanno bisogno dell’acqua per completare il ciclo produttivo.
(fonte: comunicati di Cia e Coldiretti)