La Via: ‘Allineare la Pac al Trattato di Lisbona’

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\'Le relazioni sull\'allineamento a Lisbona rappresentano banco di prova su nuovo metodo di lavoro\'

BRUXELLES – «Dobbiamo cominciare a lavorare perché l’allineamento al Trattato di Lisbona non sia l’elemento di freno all’approvazione della Politica Agricola Comune». Così Giovanni La Via, relatore per il Parlamento europeo del report sul finanziamento della Pac post 2013, interviene al margine del voto di mercoledi in Plenaria con cui è stato approvato il testo del Regolamento n. 1290/2005 della Pac 2007/2013, allineato alle nuove norme previste dal Trattato di Lisbona. «Sui contenuti – aggiunge La Via – ci ritroveremo e ci confronteremo, ma sull’allineamento credo che si possa ricominciare subito a lavorare per accelerare i tempi».

L’operazione di allineamento del Regolamento n. 1290/2005 alle nuove norme del Trattato è basata su un’attribuzione dei poteri delegati e competenze di esecuzione per le disposizioni adottate dalla Commissione in applicazione del regolamento stesso. Riguardo alle norme e ai principi generali relativi alle modalità di controllo da parte degli Stati membri dell’esercizio e delle competenze di esecuzione attribuite alla Commissione, La Via ricorda che «tra i punti di disaccordo con il Consiglio c’è la volontà di utilizzo di atti di esecuzione in situazioni in cui, secondo il Trattato, questi sarebbero lo strumento più logico e appropriato, ma ritengo che questo Parlamento non possa rinunciare ad avere un controllo su temi così importanti e sensibili come la trasparenza o le sanzioni agli agricoltori».

Secondo Giovanni La Via, le relazioni di allineamento, votate questa settimana a Strasburgo, rappresentano «il banco di prova di un metodo di lavoro nuovo che deve instaurarsi tra Parlamento, Consiglio e Commissione ma che deve essere il più efficace possibile secondo uno schema di competenze articolate, che spero convergano sempre e comunque verso la messa in opera di mezzi efficaci per lo sviluppo dell’agricoltura europea».

Riguardo alla resistenza, da parte del Consiglio dell’Ue, all’uso di atti delegati, La Via ritiene sia «ingiustificata perché, in termini procedurali, le maggioranze richieste all’interno del Consiglio per bloccare un atto delegato sono le stesse che per un atto di esecuzione, e se questa resistenza venisse mantenuta, potrebbe essere un inutile ostacolo al percorso di riforma».

Per la prima volta nella definizione di una delle più importanti politiche dell´Unione europea, il Parlamento europeo è co-decisore e quindi attivamente coinvolto nel processo di definizione della nuova Pac. Per La Via non si tratta di «un semplice processo di traslazione come da molti indicato, ma di una seria presa di coscienza di quanto gli strumenti della Pac abbiano finora funzionato e vadano adeguati attraverso utili correzioni». Infine, l’europarlamentare siciliano ricorda la difficoltà di trovare un accordo sull’allineamento, affermando che si è trattata di «un’occasione mancata che rischia di farci perdere tempo nel successivo processo di approvazione della riforma della Pac».

Agrinotizie


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