Come difendersi dal colpo di fuoco batterico

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L\'attività di prevenzione contro questa grave malattia è obbligatoria in tutta Italia, anche perché non esistono cure post contagio

Il colpo di fuoco batterico è la più grave malattia batterica delle rosacee, provocata dal batterio Erwinia amylovora. Colpisce oltre 150 specie di piante: principalmente il pero e il melo, ma anche il cotogno, il nespolo e le piante ornamentali come il biancospino. Comparso nel nostro paese nel 1991, il colpo di fuoco batterico è oggi presente nella maggior parte degli areali di coltivazione delle pomacee. I sintomi provocati dall’Erwinia amylovora coinvolgono l’intera pianta per tutto il suo ciclo vegetativo. In particolare:

  • I fiori e i germogli avvizziscono e anneriscono, ripiegandosi a uncino.
  • Le parti legnose presentano cancri dai quali vengono emesse delle goccoline di essudato batterico. I rami e i tronchi infetti, se scortecciati nelle parti sane vicine ai cancri, sono di colore rosso-olivastro.

La disseminazione del batterio avviene soprattutto tramite vento e pioggia: l’infezione penetra nelle piante attraverso le ferite (foglie cadute, gemme rotte, lesioni varie) e i fiori (soprattutto secondari). Condizioni ideali per l’infezione da E. amylovora sono l’umidità elevata e la pioggia con una temperatura compresa tra i 15 e i 30°C.

Nel 2011 sono avvenute numerose infezioni di colpo di fuoco batterico nei peri italiani: un fatto grave soprattutto perchè la presenza di questo batterio, negli anni precedenti, era stata molto contenuta. La prima causa di questo aumento è stata naturale: la primavera del 2011 è stata molto umida e con temperature superiori alla media. Già in estate, complici le temperature più elevate, le infezioni si sono di nuovo ridotte, per ricomparire in autunno.

La difesa contro l’E. amylovora non è solo una necessità per le aziende, ma è anche un obbligo di legge, imposto dal d.l. n. 356 del 10/09/1999, che prevede anche la segnalazione del batterio al servizio fitosanitario della propria Regione. Vediamo dunque come difendersi da questo pericoloso batterio.

Per il colpo di fuoco batterico l’attività di prevenzione è molto più importante degli interventi fitosanitari. La legge sopra citata impone di osservare le seguenti misure preventive:

  • Controllo attento e costante delle piante per individuare il prima possibile eventuali sintomi.
  • In caso di sintomi, asporto immediato degli organi colpiti (con taglio a 70 centimetri dal sintomo, utilizzando attrezzi disinfettati con sali quaternari di ammonio). I rifiuti vanno bruciati (il batterio vive infatti anche nei rami tagliati); le piante colpite al fusto vanno completamente estirpate.
  • Corretta gestione dello sviluppo della pianta: evitare squilibri nutrizionali e potature esagerate.
  • Asporto manuale delle fioriture secondarie (che sono la più naturale via di penetrazione dell’Erwinia amylovora).
  • Utilizzo di materiale vivaistico sano.

Il servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna* consiglia inoltre l’installazione di reti antigrandine e impianti di irrigazione sottochioma. Una volta seguite queste misure preventive – che sono necessarie – è possibile procedere anche con gli interventi fitosanitari complementari, sempre di tipo preventivo (contro l’E. amylovora non esistono cure post infezione).

Il periodo migliore per agire è l’autunno, quando le foglie cadono generando ferite; ma sono consigliati anche due interventi invernali. In questi casi le dosi sono quelle tipiche degli interventi al bruno: 250 g/hL di rame metallo. È consigliabile anche effettuare un trattamento entro 24 ore da ogni evento atmosferico che potrebbe generare ferite alle piante: qui bastano 50 g/hL di rame metallo. Ancora meglio sarebbe intervenire prima dei temporali, in base alle previsioni del tempo.

Prodotti alternativi al rame (che rimane la misura preventiva migliore, nonostante possa risultare fitotossico se applicato nel periodo della fioritura) sono il Bacillus subtilis, che è un batterio antagonista dell’Erwinia amylovora, e l’acibenzolar-S-metile, che è un attivatore delle difese naturali delle piante.

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*fonte: Paolo Solmi, Colpo di fuoco del pero: si deve agire tempestivamente, L’informatore Agrario 48/2011, pagg. 44-46, da cui sono state tratte alcune informazioni per questo articolo.

Agrinotizie


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