La giusta mototrivella e la giusta manutenzione
La mototrivella è uno strumento indispensabile nei lavori di perforazione. A meno che un agricoltore non voglia rompersi la schiena lavorando con pala e piccozza, questo macchinario è infatti di grande aiuto per la realizzazione dei vigneti, palizzate e recinti, nonché per la messa a dimora delle piante di grandi dimensioni. Attenzione, però: seppure utilissime, le mototrivelle sono degli strumenti pericolosi se non utilizzati in maniera corretta. Ma bastano pochi accorgimenti per sfruttare appieno tali macchinari senza rischiare per la propria incolumità.
L’acquisto
Partiamo dal momento dell’acquisto: la mototrivella assicura una palificazione corretta e duratura, ma il suo acquisto ha senso solo se si deve impiantare un numero elevato di pali. L’investimento è infatti giustificato a seconda del tipo di intervento di cui si necessita. Per le piccole perforazioni (quali vigneti, filari o recinti di modeste dimensioni), i terreni morbidi o argillosi e i piccoli lavori individuali è consigliata una trivella di media cilindrata (dai 40 ai 60 centimetri cubi), che ha i comandi gestibili con una sola mano. I prezzi variano da 500 a 1000 euro. L’agricoltore che deve invece operare su terreni particolarmente duri, che necessitano dell’opera di due persone con la stessa trivella, farà meglio a orientarsi verso i modelli professionali di grande cilindrata (dai 70 ai 90 centimetri cubi), dotate di doppio manico e invertitore di marcia. Tali modelli professionali possono essere utilizzati anche con punte di diametro minore, tramite la riduzione compresa nella mototrivella.
La palificazione
Acquistare il modello di mototrivella più adatto alle proprie esigenze è essenziale per una corretta palificazione. Quest’ultimo processo è infatti una pratica fondamentale sia in frutticoltura che in viticoltura, in quanto serve a sostenere le piante soprattutto nel caso di utilizzino portainnesti con un debole ancoraggio. Se la palificazione è adeguatamente rinforzata, essa può sostenere anche le reti antigrandine e ombreggianti e le linee degli impianti di irragione a goccia o a spruzzo. Per quanto riguarda i pali, quelli più comuni sono fatti di cemento armato vibrato e precompresso, che rispetto ai pali in legno sono più pesanti ma anche più resistenti ed economici. Un palo in legno, infatti, seppure sia bello esteticamente, costa almeno sette euro ed è soggetto a rapido deterioramento. Ci sono poi i pali di acciaio, consigliati per la raccolta meccanica dell’uva, che costano circa quattro euro.
I fili più utilizzati, invece, sono quelli di ferro zincato galvanizzato con resistenza alla trazione pari a 40 kg/mm, ma una seconda scelta piuttosto comune è quella dei fili in ferro ricoperti di plastica (che serve a impedire la ruggine). Questi ultimi costano però mediamente il 20% in più rispetto ai primi. Altri elementi essenziali per una corretta palificazione sono i sottopali (che impediscono l’interramento del palo) e le ancore (di cemento o di ferro, per ancorare saldamente al terreno la palificazione ed evitare che essa cada in caso di temporali o grandine).
Ci sono infine alcune operazioni che richiedono per forza l’utilizzo di una macchina professionale, e dunque il ricorso a un’azienda specializzata nel caso si possieda una piccola o media azienda agricola. E’ il caso della messa a dimora di uno o più alberi di grandi dimensioni, di una recinzione da impiantare nel cemento o di un buco per sistemare un tubo da allacciare ad una rete idrica o elettrica.
La manutenzione
Una corretta manutenzione della propria mototrivella è ovviamente essenziale per far durare il più possibile l’investimento. Ci sono sette semplici operazioni da eseguire periodicamente, a seconda della frequenza di utilizzo della propria macchina:
– Controllo e pulizia del filtro dell’aria.
– Controllo delle condizioni del filtro del carburante (da sostituire se usurato).
– Pulizia delle alette del cilindro, utilizzando un pennello o un soffio di aria compressa.
– Pulizia della candela (da sostituire se usurata) e controllo della distanza tra gli elettrodi.
– Sostituzione del grasso nella scatola del riduttore ogni cento ore di lavoro.
– Controllo delle condizioni della punta prima di ogni utilizzo
– Affilazione o sostituzione del vomere e del puntale di avvio quando sono usurati.