Dal Canada ritorna un cocomero ‘estinto’

Dal Canada ritorna un cocomero 'estinto' - Immagine
Il cocomero di Bagnacavallo era ritenuto estinto, ma un agricoltore romagnolo lo ha ritrovato e gli ha donato una nuova vita.

Alzi la mano chi conosce il cocomero di Bagnacavallo. Probabilmente in pochi, perchè la speciale varietà di questo frutto era scomparsa da decenni e ritenuta estinta fino a poche settimane fa. Ma a sorpresa il seme della varietà conosciuta come ‘ardita’, ma da sempre legata al piccolo paese agricolo della provincia di Ravenna, è ricomparsa sulla terra. E non nella sua terra romagnola di origine come si potrebbe facilmente pensare, bensì in Canada. La storia ha dell’incredibile, perciò vale la pena riepilogarla in ordine cronologico, avvalendoci delle spiegazioni di Eugenio Mingozzi (nella foto), titolare di un’azienda agricola biologica a Bagnacavallo, "La Radisa".

«Ho lavorato per molti anni in una ditta sementiera internazionale, perciò ho conosciuto molti genetisti», racconta Mingozzi. «Tempo fa uno di loro, avendo saputo dove abito, mi chiese: ‘Conosci il cocomero di Bagnacavallo?’. Non sapendone nulla, ho cercato di informarmi». L’unico risultato a cui arrivò Mingozzi fu la conoscenza dell’esistenza di alcuni semi talmente vecchi da non essere più germinabili, nonostante i numerosi tentativi svolti in Italia e Olanda. «Tutti gli esperti affermavano che la varietà ardita, comunemente indicata come "cocomero di Bagnacavallo" o "di Romagna", era ormai estinta, dunque ci misi un’indifferente pietra sopra».

Ma dopo qualche anno è anno è avvenuta la svolta: «Lo stesso genetista mi richiamò per comunicarmi di avere trovato il cocomero di Bagnacavallo: si trovava in Canada, dove era stato portato molti decenni prima da una famiglia di emigranti bagnacavallesi. Mi fece avere un cocomero, di cui tenni i semi per continuare tuttora a riprodurli».

Ma che cos’ha di speciale questa varietà di cocomero? Mingozzi lo definisce come «un negativo fotografico dei cocomeri a cui ci ha abituato la grande distribuzione». In poche parole, i suoi colori sono inversi, con la buccia da fondo chiaro e le righe scure. Il seme è particolarmente grande, e quando è maturo assume un colore bianco crema, mentre la polpa risulta rosata e dal sapore delicato. Un cocomero di Bagnacavallo pesa dagli otto ai quattordici chilogrammi (non trattandosi di un ibrido, ha una vasta gamma di dimensioni) e matura tardivamente, a metà luglio se forzato e ad agosto in maniera spontanea.

Sempre per il fatto che non si tratta di un ibrido, per determinare la giusta maturazione di questo cocomero è necessario avvalersi di metodi tradizionali: «La figura dello ‘stacchino’, ovvero di quella persona esperta che una volta sapeva riconoscere la maturazione dei cocomeri, è essenziale per riconoscere il momento giusto, e non è sostituibile da nessun macchinario», afferma convinto Mingozzi. Essenziale è poi la tassellatura: «Praticare un tassello al frutto per verificarne la maturazione durante la vendita è un atto in disuso, ma che va riscoperto per questo cocomero».

Il cocomero di Bagnacavallo è disponibile solo all’azienda La Radisa (www.radisa.it) e al mercato biologico settimanale di Bagnacavallo. Il suo geloso custode Mingozzi ne vuole fare una varietà protetta e tipica della Romagna, terra in cui questo frutto è fortunatamente ritornato dopo tanti anni.

Agrinotizie


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