E.coli, retromarcia sulla soia. E’ mistero
Sull’epidemia di Escherichia coli si continua a sbagliare. Prima un’attacco affrettato e infondato ai cetrioli spagnoli, scagionati dopo una settimana di panico che ha provocato perdite incalcolabili al settore primario. Poi l’annuncio dei "veri" responsabili, i germogli di soia di due cooperative biologiche tedesche, obbligate immediatamente a chiudere e a ritiare i propri prodotti dal mercato. Peccato che nemmeno loro fossero i colpevoli di un’epidemia che ha ormai causato 23 vittime e oltre 2300 infetti. Le analisi di laboratorio effettuate sui prodotti di una delle due cooperative, infatti, non hanno trovato alcuna traccia del temibile Escherichia coli: l’intera Europa è ora in attesa di sapere i risultati della seconda parte di analisi, anche se ci si aspetta la conferma della loro innocenza.
Nel frattempo l’Unione Europea, consapevole degli ingenti danni causati al settore agricolo dal susseguirsi di accuse infondate, ha proposto un sostegno finanziario ai produttori colpiti dalla crisi seguita all’epidemia, che ha provocato il blocco degli acquisti di frutta e verdura. Se ne discuterà domani in Lussembrugo, durante un consiglio straordinario dei ministri dell’agricoltura dell’Unione Europea, convocato proprio per fronteggiare all’emergenza: sul tavolo non c’è solo la salute di milioni di persone, ma anche l’economia dell’intero settore primario comunitario, ma soprattutto spagnolo: da Madrid, infatti, si continua a protestare per le perdite provocate dall’accusa ai cetrioli andalusiani, poi rivelatasi infondata.